Tour de France 2017: Froome è battibile, Sagan a caccia della sesta

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Prenderà il via sabato 1° luglio – da Düsseldorf (Germania) – la 104° edizione della Grande Boucle. Tre settimane di corsa, passione e spettacolo spalmate sui 3.516 km totali che i corridori dovranno percorrere in ventuno tappe, prima del classico arrivo – il 23 luglio – nella suggestiva cornice degli Champs-Élysées. Scalatori, sprinters, passisti e uomini da classiche, corridori dalle caratteristiche diverse tutti protagonisti nella corsa di ciclismo più famosa e importante al mondo, a caccia di quella vittoria finale – o parziale – che può cambiare una carriera. Proviamo ad approfondire insieme quelli che sono i numeri e i temi principali di questo 104° Tour de France.

Due

Sono i già vincitori del Tour de France al via di Düsseldorf – entrambi plurivincitori della Grande Boucle – Alberto Contador (2007, 2009) e Chris Froome (2013, 2015, 2016). Lo spagnolo, pur non essendo più lo scalatore di qualche stagione fa, rimane uno degli uomini più carismatici in gruppo, capace ancora di infiammare le corse con estro e fantasia, spinto da quegli occhi della tigre – che seppur in fase calante – non smettono di emozionare. Il capitano della Sky ha vinto invece tre delle ultime quattro edizioni del Tour de France, dimostrandosi la punta perfetta di una squadra costruita e ben rodata per dominare sulle strade francesi. Sorprendentemente nel 2017 il fuoriclasse britannico è però ancora a secco di vittorie, con quel 4° posto finale all’ultimo Giro del Delfinato che può richiamare una semplice quanto banale considerazione. Tutti e tre i successi finali alla Grande Boucle dell’uomo Sky erano stati anticipati nel mese di giugno da altrettante vittorie al Giro del Delfinato, mantenendo costante quel picco di condizione nelle 7-8 settimane che includono le due corse.

Team Sky e outsiders: serve un padrone della corsa

Ecco allora che con un Froome e una Sky apparsi attaccabili, la vigilia di questa Grande Boucle è accompagnata da un filo di mistero e curiosità su chi – almeno fino al primo arrivo in salita alla Planche des Belles Filles dove i valori reali verranno fuori – si prenderà la responsabilità di fare la gara. Già perché questo compito nelle ultime quattro edizioni (escludendo il 2014 dopo il ritiro del capitano Chris Froome) è spettato sempre al Team Sky, in un ruolo che si è dimostrato cucito addosso alla corazzata di David Brailsford, sempre (tranne rarissime eccezioni) in totale controllo della corsa. Ora, con un Froome che sottolinea a gran voce di non essere il favorito per questo Tour de France, forse anche solo strategicamente, ma che comunque ha dimostrato diversi punti deboli all’ultimo Delfinato, l’onere e l’onore di grande favorito della vigilia è vacante, ma nessuno – da Porte a Bardet passando per Quintana, Aru e Contador – sembra voler partire con questa spada di Damocle sulla testa. Potrebbe essere così un Tour privo di un padrone, privo di colui che ammazza la concorrenza, ma sicuramente – almeno sulla carta – ricco di emozioni e colpi di scena, frutto di quel parco favoriti mai come quest’anno ben corposo. La Sky sembra più fragile degli ultimi anni, lo spazio per inserirsi c’è, ma serve coraggio e determinazione fin dal primo giorno per impedire alla squadra britannica di controllare la gara, e cercare di “rovinare” l’ennesima sfilata in giallo tra le strade di Parigi del fuoriclasse Chris Froome.

Il percorso 

3.516 km, questa la distanza della 104° edizione della Grande Boucle. Tante salite – dai Pirenei alle Alpi – ma tre soli arrivi in alta quota: La Planche des Belles Filles alla 5° tappa, Peyragudes alla 12°, prima della scalata al Col d’Izoard nel finale della 18° tappa. Un percorso però comunque duro che può esaltare le caratteristiche degli scalatori, grazie soprattutto a quei soli 37 km di cronometro presenti in corsa – in una Grande Boucle che pare disegnata per l’uomo di casa Romain Bardet. Dopo i 14 km inaugurali di Dusseldorf i corridori dovranno infatti percorrere altri 23 km contro il tempo a Marsiglia, nella penultima e probabilmente decisiva tappa di questo Tour de France.

Sei

Il numero di maglie verdi che Peter Sagan raggiungerebbe se riuscisse a conquistare la classifica a punti di questo Tour de France 2017. Dominatore dal 2012 al 2016, l’ennessima maglia verde lo porterebbe a raggiungere Erik Zabel per il maggior numero di successi in questa speciale classifica accessoria. La strada verso il podio di Parigi sembra di nuovo spianata per il bicampione del mondo in carica, grazie a quella duttilità – rara se non unica nel ciclismo moderno – che lo rende l’uomo da battere in diversi finali.

Sylvain Chavanel: sia fatta la storia

Il primo a festeggiare alla prossima Grande Boucle sarà Sylvain Chavanel. Il francese, non appena uscirà dai blocchi di partenza della crono di Dusseldorf, prenderà infatti ufficialmente parte al suo personale 17º Tour de France (dove ha collezionato tre successi di tappa e alcuni giorni in maglia gialla). Un record che gli permetterà di eguagliare Stuart O’Grady e Jens Voigt.

A caccia del “Cannibale”

Un altro record che potrebbe iniziare a vacillare dopo tantissimi anni è quello del Cannibale. Mark Cavendish, ora a quota 30 successi, insegue da sempre più vicino quel record di 34 vittorie di tappa alla Grande Boucle detenuto da Eddy Merckx. Il primato del belga non sarà messo in discussione in questo Tour 2017, ma un paio di vittorie del velocista dell’Isola di Man potrebbero avvicinare ancor di più il britannico a una quota che sembrava non poter mai essere neanche avvicinata.

Questi i numeri e le statistiche principali della prossima Grande Boucle. Non prendete quindi impegni per le prime tre settimane di luglio e preparatevi ad assistere a uno degli avvenimenti sportivi più importanti e seguiti al mondo. Dal 1903 a oggi, tra le strade e francesi e non, in una 104º edizione che ha tutte le carte in regola per essere iscritta al lotto delle più combattute di sempre.

Davide Zanetti
Davide Zanetti
Studente di comunicazione. Cresciuto nel mondo dello sport, patito di calcio, basket e ciclismo. “Malato” di tecnica e tattica, con un trascorso più da calciatore che da giornalista.

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