A Lugano, inizia l’era Tami: ma non saranno solo coccole

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Ormai, dopo diverso tempo passato a raccontarvi di calcio svizzero, e del Lugano in particolare, pensiamo di conoscere un po’ Angelo Renzetti. Sappiamo, per esempio, che, in determinate situazioni, quando va sotto pressione, sbotta, e perde la diplomazia. Il giorno della conferenza stampa di addio a Paolo Tramezzani, per dire, prese in contropiede i presenti, mettendo parzialmente in dubbio l’opzione Tami in panchina per la prossima stagione.

Il Pres ci ha abituato alle sue scommesse: e, del resto, non si può dire che non ami il rischio e che, anche, abbia un buon fiuto calcistico, considerato che, per il campo e la panchina, di colpi, finora, ne ha sbagliati pochini. Di conseguenza, quando ha parlato, in conferenza stampa, di Fabio Grosso e della possibilità che venisse in Ticino, in molti hanno pensato a un’opzione concreta, in barba alle scelte prevedibili e figlie della logica.

Angelo Renzetti, però, è anche un imprenditore di successo: è impulsivo e sanguigno, decide da solo (a volte anche contro i desideri della piazza), ma è di quelli che parla e si confronta coi suoi collaboratori e confidenti. E così, è arrivata la scelta di Tami in panchina: l’uomo che, secondo i desideri del presidente, dovrebbe (parole sue, tratte da un’intervista concessa alla RSI) “coccolare” la squadra che è stata, in qualche modo, “sedotta rudemente e poi lasciata” dal precedente allenatore.

Ovviamente, è ancora presto per azzardare ipotesi su squadra (partenze ma, soprattutto, arrivi) e tattiche di gioco: il Lugano si radunerà a Cornaredo, per il primo allenamento, mercoledì prossimo e, a meno di conferenze stampa di presentazione, sarà la prima possibilità per poter parlare con il tecnico ticinese. Il nuovo allenatore, persona tra l’altro molto conosciuta e apprezzata nell’ambiente, non è un prestigiatore, e neppure un ciarlatano: il suo obbiettivo è una salvezza tranquilla, una Europa League dignitosa e, sicuramente, poter andare avanti il più possibile in Coppa svizzera: “il Lugano ha bisogno di capire che confermarsi è molto più difficile che affermarsi. Ci deve essere la voglia di ripetere le belle prestazioni dello scorso campionato.” sono state le sue prime parole ai microfoni della RSI.

Tami, è intervenuto anche lunedì sera telefonicamente a Fuorigioco, il popolare salotto televisivo condotto da Luca Sciarini, con Renzetti ospite. Non ha escluso di proseguire sul progetto tattico del suo predecessore. Tuttavia, ha voluto specificare che molto dipenderà dagli interpreti a disposizione (cosa che avevamo anticipato, in qualche modo, anche noi). “Giocare in Europa è quel qualcosa in più, che mi ha convinto di tornare a Lugano. Ci aspetta una stagione sicuramente difficile, ma stimolante: l’ambiente è carico, il presidente ha le idee chiare.”

A naso (fermo restando che diverse trattative sono ancora in divenire), serve un attaccante di razza o, al limite, anche quello che Armando Ceroni della RSI, con felice intuizione, definisce “el brocch ch’el segna” (per i diversamente insubri: l’attaccante poco dotato tecnicamente, con movimenti non sempre belli stilisticamente da vedere, ma con un grande senso del gol). Qualche soldino da spendere c’è; e Renzetti, parlando in trasmissione al telefono con Armando Sadiku (autore di una doppietta in nazionale nel fine settimana), ha fatto capire che sarebbe disposto a mettere sul piatto un investimento anche importante (nei limiti delle possibilità) pur di tenerlo ancora per un po’: possibilità remota, ma staremo a vedere.

In conclusione, a Lugano il dopo Tramezzani comincia nel migliore dei modi. Certo, c’è un po’ di tigna per come il tecnico emiliano ha gestito il suo addio e, soprattutto, per le voci che lo danno spesso al telefono con giocatori e staff per convincerli a seguirlo nella sua nuova avventura: è sicuro l’addio del vice Mirko Conte (è sparito anche dal sito ufficiale), mentre l’arrivo del preparatore atletico di fiducia di Pier Tami apre la strada del Vallese (manca ancora, però, l’annuncio ufficiale del Trame a Sion: e si ricomincia a parlare, anche, di possibili opzioni italiane) al professor Townsend, qualora intenda seguire anche lui l’ex allenatore dei bianconeri nella sua nuova avventura. Tuttavia, in via Trevano ci sarebbe la volontà di trattenerlo, magari con un incarico nell’U21 o nel rinnovato Team Ticino.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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