Molestie agli arbitri: la Federazione Calcio Ticino rinvia le partite

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La notizia non è recentissima (se ne parla da giorni oltreconfine), e il comunicato ufficiale ci è stato fatto vedere allo stadio martedì sera. Però, l’iniziativa, anche se è rivolta al calcio regionale del Cantone Ticino, in Svizzera, che non seguiamo, merita comunque un approfondimento, anche alla luce delle reazioni che ha provocato, a tutti i livelli (la popolare trasmissione Fuorigioco, su TeleTicino, ne parlerà questa sera). Come ben sanno gli appassionati, la problematica sulle molestie e sui maltrattamenti agli arbitri, sui campi di calcio dei ragazzi, è, infatti, presente anche alle nostre latitudini. E chissà che parlarne, anche da noi, non provochi qualche reazione.

“A causa del persistere dei comportamenti antisportivi sui campi di calcio e dei gravi fatti avvenuti in particolare in queste ultime due settimane (giovane arbitro molestato fisicamente e insultato, altro giovane arbitro insultato in modo grave da allenatori e dirigenti, altro giovane arbitro colpito lo scorso sabato con un pugno da un giocatore, insultato e minacciato e senza voler dimenticare gli insulti rivolti a ispettori degli arbitri), la direzione della sezione arbitrale non può accettare simili comportamenti nei confronti degli arbitri e soprattutto nei confronti di quei giovani che mettono a disposizione il loro tempo libero a favore del nostro movimento giovanile. Pertanto, con l’obiettivo di lanciare un ulteriore segnale, la Federazione Ticinese di Calcio – facendo propria la richiesta della direzione della sezione arbitrale – non invierà, il prossimo fine settimana, arbitri a dirigere gare del settore allievi delle categorie A, B, C, D9 di competenza della sezione tecnica della FTC. Inoltre, tutte le gare delle categorie attivi inizieranno con 15 minuti di ritardo sull’orario previsto per il calcio d’inizio, con l’auspicio che ciò contribuisca a sensibilizzare e far riflettere tutto il nostro movimento calcistico.”

Questo, il testo del comunicato ufficiale. Silvio Papa, responsabile arbitri della FTC, martedì sera a Cornaredo, ci ha detto :“Vanno date risposte. La mia è stata ‘Non vi mando gli arbitri’. Serve cultura sportiva, il calcio deve essere portatore di valori positivi, tra i quali la lealtà, il rispetto dell’autorità, incarnata dall’arbitro, la cultura dell’accettazione della sconfitta. Speriamo che il messaggio venga recepito.” In Svizzera centrale, la scelta è stata di mettere distanza tra genitori, tifosi e giocatori: una fascia di rispetto di almeno tre metri. La FTC organizza qualcosa come 200 partite a settimana: uno sforzo notevole.

Il caso limite è stato un ragazzo di 19 anni che sabato, a Giubiasco, nella partita tra i locali e il Losone, ha picchiato l’arbitro (anche lui un giovane di 17 anni) che lo aveva espulso pochi istanti prima. Anche la politica ha preso posizione, per bocca del Consigliere di Stato ticinese Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. L’esponente di governo cantonale così si è espresso sulla sua pagina Facebook“Mi spiace per le molte persone che mettono passione e tanto tempo a disposizione del calcio giovanile, che vanno ringraziate per quel che fanno, ma se si arriva a certi eccessi è perché non sempre i valori che dovrebbero essere al centro dell’impegno sportivo vengono promossi a sufficienza. Se l’agonismo diventa competitività estrema, se si fatica ad accettare una decisione arbitrale, se dagli spalti degli adulti gridano insulti a dei ragazzini che giocano al pallone o che fanno gli arbitri, allora dobbiamo fermarci un momento e riprendere alcuni concetti fondamentali.”

Vedremo, a questo punto, cosa accadrà. L’augurio di Papa, espresso sulla trasmissione Modem, in onda sulla RSI, è che le misure servano a far lavorare le società, affinché portino i ragazzi (e non solo loro: come in Italia, molte responsabilità sono dei genitori) a fare una riflessione generale sui valori dello sport. Vedremo cosa accadrà.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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