Da Barcellona passa la strada per Madrid

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Qualcuno lo aveva detto: 2-0, gol di Belotti e De Rossi. Ok, il Gallo non ha segnato ma lì siamo: azzeccato o quasi il pronostico di Francesco Totti durante la trasmissione televisiva Edicole Fiore.

Ieri l’Italia s’è liberata 2-0 di un’Albania tosta solo a tratti: solo 1 tiro nello specchio per i ragazzi di De Biasi. La marcia degli azzurri continua: il girone è duro soprattutto per la presenza della Spagna, capolista insieme a noi con 13 punti.
Per le due grandi della comitiva, percorso perfetto e pareggio nello scontro diretto (1-1 allo Juventus Stadium). Allora meglio loro, che giocheranno in casa lo scontro diretto del 2 settembre, ma i segnali sono positivi. Qualcuno minimizzerà per via dell’avversario (Albania reduce da un Europeo, ma con formula ‘allargata’ rispetto al passato) eppure l’Italia ha fatto quello che poteva e doveva fare: essere autoritaria e pragmatica anche a livello di gioco.
Lo ha detto Marco Verratti, forse il nostro gioiello migliore: il gioco c’è e “non tutti hanno l’organizzazione dell’Italia“. Delle dichiarazioni di Marco, piacciono soprattutto la testa alta, il realismo e l’autonomia di pensiero: rifugge il paragone con Pirlo non per evitare il sacrilegio, ma per differenza di caratteristiche.

Se anche non è l’Italia di Verratti (migliore in campo per la Gazzetta e tra i migliori nelle nostre pagelle, secondo solo a Zappacosta), è perché è l’Italia di tutti. Del ‘gruppo’, ma non perché sia una squadra di gregari: i Belotti, gli Immobile ma anche i Candreva e gli Insigne meritano ormai il grado di ‘top player’, per non parlare dei veterani.
Proprio a loro va esteso il plauso: Bonucci e compagnia ben oltre la sufficienza; dall’ossatura juventina ai reduci del mondiale 2006 (Buffon, Barzagli e De Rossi), sono ancora in squadra non per riconoscenza ma perché degni del grado e del proscenio internazionale. Che alcuni di loro possono e vogliono prendersi anche a livello di club: dalle fortune continentali della Juventus passa parte di Spagna-Italia di settembre al Santiago Bernabéu.

Immaginiamo di arrivarci con la Juve campione d’Europa, o quasi: ranking o non ranking, ci arriveremmo col piglio giusto. Soprattutto senza paura.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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