ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Danilo Bulevardi

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Il viaggio di Mondo Sportivo non conosce sosta. Dopo le interviste precedenti a Scaccabarozzi, Augello, Hraiech tra le tante, l’ormai consueto appuntamento settimanale si sposta nel Gruppo B, precisamente a Pordenone per conoscere meglio Danilo Bulevardi. Ai più attenti il nome di Bulevardi può suggerire qualche ricordo. Il centrocampista classe 1995, prodotto del vivaio del Pescara, è il tipico giocatore abile sia nella fase di interdizione sia negli inserimenti nell’area di rigore.

Buongiorno Danilo. Nato a Mazara del Vallo, dove hai mosso i tuoi primi passi?

Ho iniziato tardi a giocare a calcio rispetto ad altri bambini. Soltanto all’età di 9 anni ho indossato i miei primi scarpini nella squadra del mio paese. Lì ho fatto tutte le trafila delle giovanili fino ad arrivare ad esordire in Serie D con il Mazara a 16 anni, riuscendo a segnare anche una rete. Grazie a questo ho avuto la possibilità di farmi notare dal Pescara.

Ecco appunto, il Pescara…Che cosa ti ha lasciato  e quanto  è stato importante militare in un settore giovanile di un club professionistico?

L’esperienza con il Pescara è stata fantastica, anche se non sempre facile. Ricordo con dispiacere la squalifica di 11 mesi a causa di una rissa, poi ridotti a sei. Rientrato dalla squalifica ho avuto anche l’occasione di esordire in Serie B in Empoli-Pescara. Un’emozione incredibile davvero, difficile da spiegare. L’importanza di avere un club professionista alle spalle è qualcosa che ti stravolge la vita. Cresci sia come giocatore sia come uomo. Non per tutti è facile stare lontano dalla famiglia da giovani. Loro sanno prendersi cura di te e non farti mancare nulla. Pescara, per me, è la mia seconda casa.

Ischia, Teramo, Aquila e Pordenone. Come hai vissuto queste esperienze e dove ti sei trovato meglio?

Devo dire che sono stato benissimo ovunque. Penso, però che il primo anno di professionismo non si scorda mai. A Teramo è stato un anno positivo, sia in campo che fuori. Pordenone però mi ha subito rapito il cuore: per me è la prima volta al Nord e devo dire che mi trovo benissimo. Non mi manca nulla e penso che sia una piazza dove potersi esprimere al massimo delle proprie potenzialità.

Torniamo un attimo indietro nel tempo. Stagione 2013/14, Empoli-Pescara: minuto 82′ esce Selasi entra Bulervardi. Ti ricordi cosa hai pensato in quell’istante?

Impossibile scordarlo, difficile spiegarlo. Sinceramente quando entrai speravo di avere una palla gol per bagnare l’esordio nel migliore dei modi. In quel momento mi sono ripetuto di stare tranquillo e tutto quello che viene in più è tanto di guadagnato.

Che cosa pensi ti sia mancato per restare a Pescara?

Tutta una serie di circostante e un po’ di sfortuna. In primis è doveroso ricordare che avevamo il centrocampo più forte della Serie B, di conseguenza ero un po’ penalizzato. Inoltre, nonostante mi allenassi bene in settimana, mister Oddo non mi ha mai dato la possibilità di farmi notare veramente. 

Bucchi, Cosmi, Oddo: tra questi tre allenatori che hai avuto ce n’è uno che ti ha lasciato qualcosa?

Bucchi senza dubbio. Con lui sono cresciuto tantissimo fin da subito. Poi, oltre a essere un grande allenatore ha dei valori umani non indifferenti.

A 22 anni si vocifera che mezza Serie B ti accoglierebbe a braccia aperte, il Pescara sembra voler rinnovare il tuo contratto, ma tu dove ti vedi l’anno prossimo?

Io spero vivamente di tornare a ‘casa’. Sono cinque anni che sono in giro in prestito e ora vorrei ritagliarmi un piccolo spazio lì. Darò il massimo per far sì che questo accada.

Da pescarese doc hai come idolo Marco Verratti?

Lo stimo, ma io sono un giocatore più ispirato a Vidal. Mi piace dare l’anima in mezzo al campo: diciamo che mi ‘definisco’ un guerriero.

In ottica Playoff: cosa prevedi nel futuro del Pordenone?

Ormai solo ci siamo, manca davvero poco. Ovviamente speriamo di portarci il più in alto possibile per renderci più semplice la vita. Credo che possiamo fare bene: abbiamo un ottimo gruppo voglioso di lavorare e migliorarsi.

Riccardo Vassalli
Riccardo Vassalli
Nato e residente in Svizzera, ma col sangue napoletano. Fanatico del gioco del calcio in tutte le sue forme, con un debole per la statistica.

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