ESCLUSIVA – I nuovi talenti: Mirko Albertazzi

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Ennesima tappa del viaggio di MondoSportivo alla ricerca dei nuovi talenti della Lega Pro. In questa occasione, ci occupiamo del girone C. Dopo la fantasia di Francesco Deli passato dalla Paganese al Foggia e la verve realizzativa dell’attaccante del Melfi Alessandro De Vena, in quest’occasione ci trasferiamo tra i pali occupandoci di Mirko Albertazzi. Portiere classe 1997, l’estremo difensore scuola Bologna si sta rivelando una delle certezze della sorpresa del raggruppamento meridionale della terza serie, la Virtus Francavilla. Ne sa qualcosa il Matera, che nell’ultimo turno è stato sconfitto proprio dai pugliesi in casa per 3-2 grazie proprio alle parate di Albertazzi.

Ciao Mirko. Innanzitutto presentati. Quali sono le tue caratteristiche e quale consideri il tuo punto forte?
Beh, sono alto 1,80 m quindi non è che sia proprio un gigante per essere un portiere (ride, ndr). Scherzi a parte, mi reputo un portiere abbastanza reattivo tra i pali e soprattutto sereno. Ritengo che un portiere deve essere sempre tranquillo, perché in campo può succedere di tutto in qualsiasi istante. E soprattutto che debba trasmettere questa tranquillità ai suoi compagni.

E il tuo punto debole?
Non spetta a me giudicare quale sia il mio punto debole. Forse, se proprio devo dire in cosa posso migliorare, ecco, magari devo placare l’impeto di avviare il gioco il più rapidamente possibile nei momenti di gara in cui la mia squadra sta perdendo. Non sempre è producente andare di fretta in quei frangenti. Ecco, devo migliorare la gestione in quelle particolari situazioni della partita.

Qual è stata la tua trafila prima di approdare a Francavilla?
Sono stato 2 anni nella Polisportiva Lame a Bologna. Poi ho partecipato presso il centro “Niccolò Galli” a un Campus Rossoblu del Bologna. Sono stato notato e nella società felsinea ho fatto tutte le giovanili fino alla Primavera. Con quest’ultima ho disputato il Torneo di Viareggio 2014 e due campionati nelle stagioni 2013/2014 e 2014/2015. Il primo anno con compagni di squadra più grandi, il secondo con coetanei.

Quali sono stati gli allenatori più importanti per il tuo percorso di crescita?
Premetto che tutti gli allenatori che ho incontrato sono stati importanti. Comunque non posso non sottolineare il rilievo che ha avuto Vincenzo Benvenuto che mi ha seguito da quando sono entrato nel Bologna fino al primo anno di Primavera, prima che lui decidesse di andarsene a Miami. Poi mi ha seguito Oriano Boschin nell’ultimo anno a Bologna e qui a Francavilla ci sta Fabrizio Carafa con il quale ho un buonissimo rapporto. Come allenatori di squadra, cito Leonardo Colucci che ho avuto alla Primavera del Bologna. Mi ha formato molto nell’aspetto mentale, trasmettendomi la sua esperienza e facendomi capire cosa vuol dire intraprendere una carriera da calciatore.

Questo è il tuo primo anno in un campionato professionistico. Quali differenze hai trovato rispetto alla Primavera e alla Serie D?
Non c’è paragone. In Primavera se fai un errore non succede praticamente nulla, in Serie D vieni lievemente contestato. Qui invece se fai un minimo errore lo paghi pesantemente e potrebbe risultare difficile superarlo. Ma bisogna riuscirci, bisogna riprendersi capendo che gli errori li fanno tutti e vanno accettati. L’ho sperimentato sulla mia pelle dopo aver commesso un errore col Foggia all’andata. L’ho accettato e sono andato avanti.

Quale è stata la tua parata più bella finora?
Bisogna capire cosa intendiamo per parata “bella”. Se per “bella” intendiamo “decisiva”, allora dico quella sul colpo di testa di Lanini in pieno recupero domenica a Matera. Se per bella intendiamo una piacevole da vedere stilisticamente, rimango sempre a Matera e dico quella sulla conclusione di Armellino sempre sul finale di gara.

Spesso il girone C di Lega Pro viene etichettato come quello più “caldo” dal punto di vista ambientale. Lo confermi?
Sì. Vi sono piazze che hanno disputato campionati maggiori e avere dalla propria un pubblico caldo e appassionato può “condizionare” anche le decisioni degli arbitri. Per esempio, il rigore fischiatoci contro ad Andria, l’ha praticamente decretato il pubblico.

Oramai la Virtus Francavilla è la sorpresa del campionato. Quale è il vostro obiettivo?
Il nostro obiettivo è la salvezza. Siamo in dirittura d’arrivo, ma non l’abbiamo ancora conseguita. Ci mancano 4-5 punti per blindarla. Una volta raggiunta, penseremo a fare il meglio possibile.

Il prossimo avversario è il Cosenza. Cosa temi della compagine calabrese?
Il Cosenza è una squadra forte e temibile. Soprattutto rispetto il loro reparto offensivo. Ricordo come ci hanno messo in difficoltà all’andata (i calabresi si imposero per 1-0, ndr).

A proposito di attaccanti, quale è l’avversario che temi di più?
In qualunque squadra di questo raggruppamento, ve ne sono di attaccanti da temere. Devo dire che come squadra il Matera ha il reparto offensivo migliore potendo contare su Carretta, Strambelli, Infantino. Giocatori di categoria superiore.

Anche se un ottimo attaccante l’avete in casa. Cosa pensi di Nzola?
Nzola è un giocatore pazzesco, forte sia fisicamente che tecnicamente. Io lo vedo tutti i giorni in allenamento e penso che possa solo migliorare. Promette molto bene ed è pronto per categorie superiori. Meno male, e parlo da portiere, che l’abbiamo in casa uno così e non devo affrontarlo da avversario.

Il tuo rapporto con mister Calabro?
Il rapporto con il mister è buono. Sono qui dall’anno scorso e non ho mai avuto discussioni con lui. Devo solo dimostrargli ogni giorno che ha fatto bene a volermi tenere a Francavilla.

Tutti i portieri hanno una loro “fonte di ispirazione”. La tua quale è?
Il mio idolo è Buffon, ma mi ispiro a Reina. Del portiere del Napoli mi piace sia come sa giocare il pallone con i piedi sia la tranquillità che trasmette quando sta in porta. E anche lo stile con cui sta in porta. Per far capire cosa voglio dire prendiamo Neuer. Il tedesco è il numero uno al mondo, non si discute. Ma dal punto di vista stilistico, non mi piace.

Solitamente quasi tutti i portieri diventano allenatori. Hai già pensato al post carriera o è ancora presto?
Penso sia ancora presto. Ora faccio il calciatore e vado avanti giorno dopo giorno.

In chiusura, cosa vedi nel proseguimento della tua carriera? Quale è la partita che ti piacerebbe giocare?
Innanzitutto, Francavilla è un punto di arrivo perché è una bella vetrina per un giovane destreggiarsi in un campionato di Lega Pro. Però, allo stesso tempo, è un punto di partenza. Chiaro che mi piacerebbe tornare a vestire un giorno la maglia rossoblu del Bologna, la squadra della mia città. Altrettanto chiaro, però, che se devo scegliere la partita che mi piacerebbe giocare, dico la finale dei Mondiali di calcio con la Nazionale.

 

 

 

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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