Non è solo un “normalizzatore”

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E’ stato presentato ai tifosi interisti come quell’allenatore in grado di trasformare situazioni negative in qualcosa di almeno normale. Sino adesso, però, Stefano Pioli si sta dimostrando molto più di questo, e non è soltanto una questione di risultati: nell’ambito di una società che ha assolutamente bisogno di aumentare il proprio fatturato, un tecnico in grado di rivitalizzare giocatori che nella precedente gestione erano arrivati al confine del ridicolo, vedi Kondogbia, è la ciliegina sulla torta e, forse, il modo corretto per uscire da questa crisi che dura ormai dal maggio 2011, data dell’ultimo trofeo sollevato dall’Inter.

Ho accennato di Kondogbia, ma il francese non è l’unico nella rosa a essere un altro giocatore da quando, a metà novembre circa, Pioli si è seduto sulla panchina dell’Inter. Geoffrey, nonostante alcuni difetti da limare ancora, adesso è un giocatore in grado di fare la differenza sfruttando i propri pregi: il debordante atletismo per un giocatore di quella stazza e il fisico, caratteristiche che insieme a un giocatore dal grande senso della posizione quale Roberto Gagliardini stanno piano piano emergendo. E così un reparto che negli ultimi anni è stato decisamente il punto debole dell’Inter (Taider, Kuzmanović, Álvarez… servono altri nomi?) adesso è vicino all’essere uno dei più performanti in Italia; oltre a Kondogbia e Gagliardini, infatti, Pioli può contare su João Mário, Brozović e Banega, quantità e qualità per un allenatore che chiede entrambe le fasi ai propri centrocampisti, andando controcorrente rispetto i dogmi tattici di Mancini. Dando più copertura rispetto a de Boer, poi, anche i difensori sono più protetti e meno esposti agli attacchi avversari, con il risultato che D’Ambrosio, errore col ChievoVerona a parte, ha dimostrato una continuità di rendimento inedita in maglia nerazzurra.

Tutto questo – aggiungendo che gli esterni d’attacco (Perišić su tutti) adesso rischiano di più la giocata per vie centrali e, per questo motivo, arrivano più facilmente al gol – spiega il perché di sei vittorie consecutive e 19 punti conquistati su 24 disponibili in campionato, con mezzo passo falso nel derby e la netta sconfitta di Napoli come uniche macchie di questa gestione al momento. Il terzo posto, a queste condizioni, resta comunque difficile: la Roma vuole tenere il passo della Juventus e ha ripreso a marciare anche lontano dall’Olimpico, mentre il Napoli ha sempre avuto un problema negli ultimi anni, ossia la mancanza di alternative nell’undici titolare, quest’anno colmato con una panchina di livello che sta, partita dopo partita, mettendo sempre più in difficoltà Sarri. Ciò che più dovrebbe rincuorare Pioli è che, nel girone di ritorno, l’Inter avrà gli scontri diretti in casa sia contro la Roma che col Napoli (e pure col Milan, avendo quindi a disposizione più tifosi nerazzurri sugli spalti): basterà per vedere nuovamente l’Inter tra le prime tre squadre di questo campionato?

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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