Il Lugano di Tramezzani: prime impressioni e aspettative

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Sfida, scommessa: chiamatela come volete. Renzetti, ieri, a chiusura della conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico, ha parlato chiaramente: “La nostra è una società che deve vivere di scommesse. Zeman lo scorso anno ci ha regalato divertimento e attenzione mediatica, ha portato allo stadio anche quei mille a partita che mancano quest’anno. Però è un uomo di quasi 70 anni, non ha mai cambiato una virgola, e per lui, interpretare ancora la nostra scommessa, era impossibile. Tramezzani non ha mai fatto il primo allenatore, ma ha girato mezzo mondo e, come mi dicevano a scuola, in questi casi si impara sempre tanto. Manzo? È stato anche sfortunato. Però si era creata una situazione che non mi tranquillizzava: sono io al volante, e se ho paura che mi possa scoppiare un pneumatico, devo fermarmi e cambiare la ruota.”

Che Lugano vedremo, da febbraio a fine stagione? Sicuramente, molto dipenderà dal mercato, soprattutto in uscita. L’idea è quella dei due uomini per ogni reparto, compatibilmente col mantenimento del budget. Vécsei dovrebbe rimanere, il nuovo arrivato Martignoni sarà il cambio di Jozinović. Sicuro partente l’israeliano Mizrachi (il suo sostituto sarà Carlos Antonio De Souza junior detto Carlinhos, arrivato dal Brasile prima di Natale). Rientreranno dai prestiti Šušnjar e Rossi, ai quali bisognerà trovare una destinazione, se si vorrà giungere al pezzo più pregiato: quell’Armando Sadiku che, lo scorso campionato, seppe regalare la salvezza al Vaduz, proprio a scapito della squadra che deteneva il suo cartellino (lo Zurigo di Canepa). Secondo il Blick (molto critico, a suo tempo, con la scelta di Renzetti di scaricare Andrea Manzo), che ha parlato con Thomas Bickel, dirigente dello Zurigo, mancherebbero solo le firme.

In definitiva, che Lugano dobbiamo aspettarci? Tramezzani è, sicuramente, uomo con una certa esperienza mediatica, e lo ha dimostrato ieri in conferenza stampa. La sua è una certamente una scommessa, ma accettata con l’intelligenza di chi ha visto un gruppo di giocatori discreto e, comunque, perfettamente in grado di raggiungere l’obbiettivo salvezza. Siamo andati subito al sodo, e con lui abbiamo parlato di tattiche e disposizione in campo: ci ha dato l’impressione di avere studiato la squadra, e di sapere già come partire. Non promette rivoluzioni nell’immediato e, quando parla di spazi e di equilibrio tra i reparti, sembra di capire che il suo Lugano dovrà avere atteggiamenti differenti, a seconda degli avversari, e dell’andamento delle partite: la Svizzera, del resto, non è l’Italia, e questo concetto Tramezzani ce l’ha ben chiaro in mente.

Se arriverà Sadiku, e rimarrà Alioski (giocatore e tecnico hanno lo stesso procuratore…), con il recupero di Čulina (10 gol e 8 assist per lui, la scorsa stagione, prima dell’infortunio) la squadra bianconera avrà una linea avanzata senza uguali, nella parte destra della classifica, e in grado di far male a chiunque. Se non dovesse arrivare l’albanese, Rosseti potrebbe, secondo noi, fare benissimo, se dovesse trovare l’intesa con il croato, più attento al movimento dei compagni del montenegrino. Dietro, Salvi tra i pali è una certezza, l’intesa tra i centrali sembra ormai collaudata e, se i centrocampisti titolari torneranno ai livelli di settembre, la possibilità di tornare a rivedere il Lugano delle prime nove giornate sarebbe concreta.

Il rovescio della medaglia, è una ripresa piuttosto difficile, con cinque partite non banali, al termine della quale i bianconeri potrebbero trovarsi anche, momentaneamente, sotto la linea (mai accaduto quest’anno): sicuramente, a quel punto, le polemiche esploderebbero, viste le circostanze dell’allontanamento di Andrea Manzo. Bisognerà, a quel punto, vedere come Tramezzani saprà gestire l’eventuale pressione: sotto quell’aspetto, sarebbe una novità anche per lui. Conterà molto, a quel punto (ma in ogni caso), quello che il tecnico emiliano sarà stato capace di costruire, a livello di rapporti con la squadra e con l’ambiente. Di sicuro, si parte a razzo, con sedute di allenamento ravvicinate e intense (che faranno piacere a Renzetti) e il ritiro in Spagna: buon lavoro, mister.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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