Vlado, la tua Svizzera sta diventando adulta

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Che la Nati, guidata da Vladimir Petković, facesse risultato, ieri sera, al St Jacob-Park, contro il Portogallo campione d’Europa, anche se orfano di Cristiano Ronaldo, lo speravano in tanti, tra gli addetti ai lavori, oltre che tra i tifosi. Certo, si manteneva un profilo basso, lo si diceva, magari, sottovoce, ci si augurava un pareggio, come ha fatto lunedì sera Luca Sciarini alla riapertura del salotto di Fuorigioco su TeleTicino: però, il desiderio di battere i portoghesi era palpabile.

Sappiamo tutti come sono andate le cose a Euro 2016 per i rossocrociati: un misto tra la soddisfazione di avere, comunque, ben figurato, e il rammarico di non essere andati più avanti: cosa possibile, visti i valori del torneo (pensiamo al cammino dell’Islanda, non certo superiore alla Nati). La conclusione, per molti commentatori (noi compresi), era che fosse probabilmente arrivato il momento di cambiare mentalità, passando dalla soddisfazione a una (seppur moderata) delusione, valutando il passaggio del turno come il risultato minimo per una compagine che è (oggi) al 12′ posto nel ranking UEFA per le squadre nazionali.

Cambio di mentalità, quindi; e, se possibile, maggiore concretezza sotto porta. Ecco, la Svizzera del primo tempo, ieri, è stata tutto questo. Certo, il Portogallo era incompleto (mancavano, oltre a Ronaldo, Sanches e, per scelta tecnica, il neo interista Mário e Silva, partiti dalla panchina); però si è vista una squadra brava, all’inizio, a contenere le sfuriate avversarie, e capace di concretizzare la prima occasione favorevole quando Embolo, al 23′ si è fatto trovare nella posizione ideale per insaccare, di testa, una respinta difettosa di Rui Patricio su punizione velenosa di Rodríguez. E non era finita, perché sette minuti più tardi arrivava il raddoppio, con un contropiede da manuale gestito da Džemaili, proseguito con un lancio a Seferović sulla fascia destra che, a su volta, ha messo al centro un suggerimento perfetto per Mehmedi, che non ha potuto che insaccare: manna per il pubblico, accorso in forze (stadio esaurito), compresa una larga rappresentanza di tifosi lusitani (gli immigrati portoghesi, in Svizzera, sono una colonia numerosissima).

Nella ripresa, qualche nota stonata. Fernando Santos ha inserito João Mário  e André Silva, con il risultato di mantenere un ritmo elevatissimo, che ha rischiato di mandare in apnea la Nati, la quale ha infatti faticato a uscire dalla propria metacampo, pur riuscendo, in qualche contropiede, a sfiorare il terzo gol. Gli esterni offensivi hanno sacrificato la lucidità in fase di costruzione alla necessità di interrompere le trame offensive degli ospiti che, pur mantenendo il possesso del pallone, non hanno praticamente mai creato problemi a Sommer, spaventato solo, all’81’ da un colpo di testa di Nani che, a botta sicura (con Schär distratto…) nell’area piccola, ha colpito il palo. Si è avuta, nella ripresa, la sensazione che la Svizzera fosse tornata piccola, in certi momenti: ma molto hanno fatto anche gli avversari, con un gioco e un palleggio di buona qualità, oltre a un ritmo elevato.

La partita di capitan Lichtsteiner ha confermato il momento difficile del terzino della Juventus, un po’ a corto di minutaggio, e abbastanza nervoso. Vlado, quando la battaglia si è riscaldata, ha preferito inserire l’altro “italiano” Widmer che, negli ultimi 20′, ha fatto bene, meritando un’ampia sufficienza. Davanti, pur non segnando, Seferović ha sgomitato e tenuto alta la squadra, Embolo ha sostituito degnamente Shaqiri (forse eccedendo in qualche ghirigoro, ma mettendoci il fisico nel finale, quando si è trovato a fare la prima punta), mentre Mehmedi si è meritato la palma di migliore in campo: gol, qualità in avanti e in copertura. Behrami ha deciso di andare avanti con la Nati, e ha dimostrato, ancora una volta, di poter dare un contributo, in mezzo al campo, di quantità e qualità.

In conclusione, il tragitto per la Russia è ancora lunghissimo. Però, ieri sera, da Basilea, è arrivato il segnale che in tanti si attendevano. Ora si tratta di andare avanti su questa strada: il pubblico ha dimostrato di voler bene a questa squadra, e di credere che possa entrare, in pianta stabile, nella prima fascia continentale. Manca ancora qualcosina a livello di mentalità: ma la vittoria di ieri sera e, soprattutto, quanto visto nella prima frazione, fa decisamente ben sperare. Vlado ha poi annunciato che, come a maggio, porterà la squadra in Ticino a preparare la quarta partita del girone di qualificazione, che vedrà gli elvetici di scena alla swissporarena di Lucerna il 13 novembre, alle 18h00, contro la rappresentativa delle Isole Fær Øer, che ieri ha fermato sullo 0-0, a Tórshavn, l’Ungheria.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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