Carlo Tavecchio: “In Italia manca la cultura sportiva”

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Che Calciopoli sia una ferita ancora aperta nel calcio italiano lo dimostrano le parole del Presidente della FIGC Carlo Tavecchio che ha bacchettato la Juventus durante la conferenza per i 70 anni della società dilettantistica Di.Po: “Calciopoli è stata una mazzata e non capisco perché la Juve insista con la richiesta di risarcimento danni alla Federazione. È una lite temeraria…”.

Tavecchio ha poi parlato della moviola in campo: “Ho letto della disponibilità di tutti, bene così. Non ci sono limiti: possiamo sperimentare la video assistenza in A, B e anche in Coppa Italia. Nel massimo campionato le partite interessate saranno 3: le immagini le vedrà un arbitro in attività scelto dai responsabili. Passare subito alla fase operativa per saltare quella off line? Impossibile, bisogna seguire le disposizioni Ifab, ma se le cose andranno come spero, forse si potrà accelerare in modo da avere già dal 2017 le prime gare vere con l’ausilio della tecnologia. Diciamo la verità, noi siamo stati fortunati come federazione perché fino a un anno fa la Fifa era contraria alla svolta. Per non parlare di Michel Platini: ancora oggi non vuole sentire parlare di questa novità”.

Il Presidente è anche intervenuto con una battuta sul CT della Nazionale Italiana Antonio Conte: “La durata del suo contratto la conoscevano anche i bambini. Chi siederà in futuro sulla panchina azzurra? Deve avere le caratteristiche di Conte, ma non lo stipendio: ci possiamo permettere la metà di quello speso finora. Se proprio devo guardare ai modelli più alti, direi più Guardiola che Mourinho. E comunque comunicheremo la scelta prima di andare in Francia”.

La chiusura del suo intervento è stata dedicata alla violenza negli stadi: “Dobbiamo fare di tutto per avere campi senza barriere. E se qualcuno invade il terreno di gioco, lo si manda in galera. Punto. La violenza è un problema enorme anche nei dilettanti, ma tutto ha un perché: in Italia manca la cultura sportiva. Se noi applicassimo le norme in modo rigido, solo 5 squadre si potrebbero iscrivere alla Serie A. La mia idea è nota: 18 squadre in Serie A, 20 in B, due gironi da 20 in Lega Pro”.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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