ESCLUSIVA MP – Giada Pilato: “Il calcio femminile deve avere le stesse opportunità di quello maschile”

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Da sempre MondoPallone è molto attento al calcio femminile e si concede la possibilità di intervistare le calciatrici per conoscere il loro punto di vista sulla vita, sul calcio femminile e perchè no anche su quello maschile. Questa volta abbiamo intervistato Giada Pilato, portiere 18enne dell‘Inter Femminile, seconda nel suo girone di Serie B dietro al sorprendente Como di Cincotta. Ne è nata una chiacchierata schietta e sincera sul calcio e su tutto il resto.

Buongiorno Giada e grazie per averci dedicato il tuo tempo. Vuoi presentarti brevemente ai nostri lettori?

È un piacere. Comunque sono Giada Pilato, ho 18 anni. Sono una studentessa, e sono al quinto anno delle superiori. Giocare a calcio è la mia più grande passione fin da piccola e cercherò con tutte le forze di coltivarla giorno dopo giorno.

Sei cresciuta nelle giovanili dell’Inter femminile fino ad arrivare in prima squadra: che sensazioni ti dà indossare la maglia nerazzurra?

Si, sono cresciuta in questa grande famiglia, ed avere finalmente raggiunto la prima squadra mi da molte soddisfazioni. Indossare questa maglia (nonostante la mia vera fede rossonera), è un’emozione incredibile. Credo che se dovessi ripercorrere tutto dall’inizio, rifarei questo percorso un’altra volta.

Come è nata la tua passione per il calcio? Hai avuto difficoltà a definirti portiere di calcio femminile tra le tue coetanee e i tuoi amici?

La mia grande passione per il calcio è nata dalla stessa passione di mio padre, ed ora la sto portando avanti io cercando di regalare a lui tante soddisfazioni oltre che a me stessa. I miei amici non mi hanno mai criticato anzi hanno sempre avuto stima nei miei confronti e mi hanno sempre permesso di giocare con loro, alle volte pretendevano anche la mia presenza e questo da ragazza è molto gratificante.

Hai dei giocatori che elevi a modello per la tua visione del calcio e del tuo ruolo? Con chi vorresti scambiare due chiacchiere se possibile?

Guarda, i miei due idoli sono Neuer e Hope Solo. Se potessi scambiare due parole con uno dei due sceglierei mille volte lei, perché spero di fare il suo stesso percorso e magari potrei chiederle molti consigli. Però prima devo imparare per bene l’inglese.

Guardando al di fuori del campo, stai studiando grafica pubblicitaria. E’ difficile conciliare gli impegni di studio con quelli sportivi?

Non è difficile è solo una questione di buona volontà. Imparare ad organizzarsi è fondamentale nella vita, dato che a me piace fare mille cose se non sapessi organizzarmi non riuscirei a farle, ma soprattutto non riuscirei a farle bene, che è completamente diverso dal farle e basta.

Quest’anno la lotta per la promozione in Serie A è molto più dura, vista la cavalcata del Como. Quali sono secondo te gli obiettivi che si deve porre l’Inter e Giada Pilato?

Non nascondo che per me Giada Pilato, sarebbe un sogno salire in serie A al mio primo anno di prima squadra. Il percorso è ancora lungo però e ovviamente dovremmo dimostrare in campo il nostro valore, partita dopo partita, senza fare pronostici. Sono molto fiduciosa nei riguardi della mia squadra, del mister e dello staff. La vera priorità però ora è quella di crescere tutte insieme, dato che siamo una rosa molto giovane. Ammetto che il Como è un’ottima squadra con un ottimo mister, hanno molta più esperienza lo hanno e lo stanno dimostrando sul campo.

Si parla tanto di antagonismo maschile-femminile, anche nel calcio. Quali sono i rapporti con la compagine dell’altro sesso? C’è scambio di informazioni e di idee oppure ognuno sta in disparte?

Il calcio è uguale per tutti. Molte volte scambio informazioni con ragazzi che disprezzano il femminile semplicemente perché non l’hanno mai visto. Ma ovviamente lascio correre perché non mi piace abbassarmi a certi livelli delle volte. Però ritengo che il femminile debba avere le stesse opportunità del maschile.

Ultima domanda per te: cosa vede Giada Pilato nel suo futuro?

Nel mio futuro vedo pochi obbiettivi, ma chiari, da raggiungere. Questi obbiettivi sono nel calcio prevalentemente. Ce la metterò tutta, anche se il percorso è ancora lungo e ho ancora molto da imparare.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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