Ma Davide ha una storia immensa

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Alle 11:30 di domenica River Plate e Barcellona daranno battaglia per il titolo di campione del mondo a livello di club.

Gara secca, davanti al pubblico dell’International Stadium di Yokohama. Una città e uno stadio che alimentano ormai da più di un decennio un rapporto strettissimo col calcio internazionale: dalla Confederations Cup 2001 alla Coppa del Mondo 2002, passando per varie edizioni della Coppa Intercontinentale e del Mondiale per Club, qui si sono scritte pagine di storia.

Non senza sorprese, delle volte: su tutte, il ko del Liverpool nell’atto finale dell’edizione 2005, contro i brasiliani del San Paolo. O la resistenza sino ai rigori dell’Once Caldas un anno prima, per non parlare della sconfitta del primo Milan campione d’Europa di Ancelotti il 14 dicembre 2003 col Boca Juniors.

Albo d’oro alla mano, l’ultimo successo iridato di una non europea risale al 2012, anno in cui il Corinthians ebbe la meglio sul Chelsea sorpresa della Champions League di quell’anno. Rilevante, a fini statistici e non solo, il trofeo alzato dall’Internacional nel 2006 proprio contro il Barcellona: non la corazzata di Luis Enrique né quella di Guardiola, ma un undici di tutto rispetto, coi campionissimi che conosciamo.

Il problema del River Plate attuale è però che i blaugrana non assomigliano a nessuna delle squadre citate: le supera tutte per talento e organizzazione, cinismo e profondità della rosa. Ai detentori della Libertadores non poteva andar peggio: senza Messi e Neymar in semifinale ci ha pensato l’altro fenomeno Suárez a sbarazzarsi del Guangzhou Evergrande. Il Barça attuale sembra poco battibile: ha umiliato Real Madrid e Roma e il gioco espresso sin qui dai Millonarios nel torneo non ha entusiasmato.

Ma è qui che forse subentrerà qualcos’altro, che la magia del calcio farà il suo: esserci non può bastare, contro i migliori devi provare a vincere. Non puoi rifugiarti dietro al divario, invero innegabile, tra il football di club europeo e quello degli altri continenti. Specie se ti chiami River Plate e hai in bacheca 36 campionati, 3 Libertadores, 1 Copa e 1 Recopa Sudamericana: nel calcio della domenica mattina è Davide contro Golia, solo che anche Davide ha una storia immensa e deve onorarla sino in fondo. In bocca al lupo.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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