Udinese, Pozzo: “Lavoriamo per il prossimo anno: vogliamo creare entusiasmo”

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Giampaolo Pozzo, in seguito alla brutta sconfitta subita dalla sua Udinese contro il Palermo, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul presente e sul futuro della sua società. Ecco le sue parole:

Bisogna voltare pagina, oggi la partita è stata condizionata da un episodio per noi sfortunato, ovvero il gol di Lazaar, catalogabile come “il gol della domenica”. Abbiamo sbagliato totalmente la partita e abbiamo meritato di perdere. Soffriamo di alti e bassi inspiegabili; questo per noi è un anno di transizione, dobbiamo fare molto meglio, anche perché è inutile fare tanti progetti futuri se poi la squadra offre uno spettacolo deludente. Chiedo a tutti di avere pazienza, i giocatori ci sono. Non dovremmo rischiare nulla a livello di bassa classifica, non vediamo certo grandi spiragli per l’Europa. Dobbiamo dunque creare la squadra per il futuro, il prossimo anno dobbiamo essere molto più competitivi: vogliamo creare entusiasmo, dopo tanti anni passati in provincia vogliamo provare a crescere un po’. Il calcio non è una scienza certa, stiamo facendo grandi sforzi per aumentare i ricavi senza dover vendere i giocatori. L’ambiente è buono, i calciatori saranno felici di restare qui, certamente non scapperanno altrove per 100, 200 o 300 mila euro in più. Con Stramaccioni abbiamo tempo di parlare nei prossimi giorni, abbiamo diverse partite da affrontare e lui può sperimentare e far vedere il valore nascosto di questa squadra. Mi aspetto certo di più dalle prossime gare, così non si va avanti e lo sa anche il mister. Lasciamolo lavorare, alla fine conteranno i fatti. Inutile ora gettare la croce addosso a qualcuno in particolare. Il ritiro non finisce oggi, continua. Il ritiro non fa miracoli, è una scelta banale da parte nostra. Faccio un esempio: noi cerchiamo di dare tutti i comfort ai giocatori per fare il meglio, mentre il Parma non ha nemmeno la corrente elettrica in spogliatoio. Questo mese non sarà un mese di vacanza, dobbiamo far vedere il nostro valore, anche per valorizzare il lavoro dei nostri addetti allo scouting. Il ritiro non è una situazione di lavori forzati, non è un campo di concentramento: i giocatori staranno assieme e rifletteranno. Noi non possiamo creare artificialmente ciò che è successo a Parma, continueremo a fare il nostro dovere, a pagare puntualmente gli stipendi: speriamo che i giocatori facciano lo stesso.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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