Derby dal mondo: il Superclásico cileno, Colo Colo-Universidad de Chile

-

Quinta puntata di “Derby dal mondo” e ultima rivalità sudamericana, in attesa della parte “europea” della rubrica.

Per questa occasione ci “trasferiamo” a Santiago per analizzare il Superclásico de Chile tra il Colo Colo e la Universdidad de Chile, che domenica 19 ottobre incroceranno i propri destini per la 176esima volta nella storia del campionato cileno.

Nella metropoli cilena (Santiago ha circa sei milioni di abitanti) e i tutta la Nazione queste due squadre sono per distacco le più seguite e amate e quindi ogni volta che si affrontano il Cile si ferma per questa sfida leggendaria.

Colo-Colo stemmaIl Colo Colo fu fondato il 9 aprile del 1925 quando un gruppo di giocatori, guidati da David Arellano, decise di lasciare il Magallanes (altra squadra di Santiago, ora nelle divisioni inferiori) perché i dirigenti non erano d’accordo con la loro idea di trasformare la società in un club professionale. Essi crearono allora una nuova squadra e scelsero come nome Colo Colo. Il nome deriva da quello del Grande capo della tribù Mapuche, che aveva combattuto fieramente, con intelligenza e senza mai essere sconfitto contro gli invasori spagnoli.

I fondatori scelsero due colori: il bianco, simbolo di purezza, per la maglietta, e il nero, segno di determinazione, per i pantaloncini. In origine questa uniforme fu composta anche di calzettoni azzurri in omaggio alla Marina dell’Esercito Cileno, ma poco dopo si passò al nero anche per questa parte della divisa.

Il club fu tra i fondatori della Liga Profesíonal cilena nel 1933 e nel 1937 conquistò il suo primo titolo locale. Alla festa non poté purtroppo partecipare David Arellano, deceduto qualche anno prima e a cui verrà in seguito intitolato l’Estadio Monumental.

Tanti i soprannomi del Colo Colo: el Cacique e albos (i bianchi) sono i più usati oltre a los de Macul dal nome del quartiere in cui ha sede la società.

Colo colo Copa Libertadores 1991Il Colo Colo è la squadra cilena ad aver ottenuto il maggior numero di successi, con trenta campionati conquistati (l’ultimo è stato il Clausura 2014, arrivato dopo un digiuno di cinque anni). Tuttavia il trionfo più importante per los Albos è sicuramente la Copa Libertadores vinta nel 1991 contro i paraguaiani dell’Olimpia Asunción e culmine di un triennio straordinario con in panchina l’allenatore iugoslavo Mirko Jozić. Dopo aver eliminato il Boca Juniors in semifinale e aver pareggiato la finale di andata in Paraguay, il Colo Colo si impose 3-0 al ritorno a Santiago e rimane tuttora l’unica squadra cilena ad aver alzato al cielo la coppa più importante del Sudamerica.

Un altro idolo dei tifosi è sicuramente Claudio Borghi. L’allenatore argentino, ora all’Argentinos Juniors (con cui vinse uno storico campionato nel 2010) alla guida di Riquelme e compagni, riuscì nell’impresa chiamata tetracampeonato: Borghi riuscì a vincere quattro campionati di fila (Apertura 2006, Clausura 2006, Apertura 2007, Clausura 2007) e raggiunse inoltre la finale della Copa Sudamericana 2006 perdendola contro i messicani del Pachuca.

Attualmente sulla panchina del Cacique c’è Héctor Tapia, ex attaccante dei bianconeri con alle spalle anche un’esperienza non molto fortunata al Perugia nel 2000.

Universidad de Chile stemmaL’Universidad de Chile nacque il 24 maggio del 1927 dalla fusione di tre società calcistiche: Náutico Universitario, Internado FC e Universitario de Atletismo y Federacion Universitaria. Il simbolo scelto fin dai primi anni fu un gufo, che rappresenta la saggezza e l’armonia tra il corpo e lo spirito. Inizialmente la divisa era formata d a una maglia bianca e dei pantaloncini blu, e solo nel 1959 la squadra adottò il completo azzurro scuro che utilizza ancora oggi. Da questa nuova tenuta derivò il nome Ballet Azul per la squadra che tra il 1959 e il 1969 conquistò sei campionati mostrando un gioco spettacolare. Questo nome è curiosamente condiviso con la squadra colombiana dei Millonarios e quella ecuadoriana dell’Emelec.

Oltre al gufo, una grande U rappresenta lo stemma della squadra, vincitrice di sedici campionati cileni. Anche in questo caso sono molti i soprannomi, ma tra i più comuni citiamo: la U (abbreviazione di Universidad), azúles (dal colore della maglia), el Chuncho (dal simbolo della squadra) ed el León.

Universidad de Chile Copa Sudamericana 2011Il periodo di maggior successo della U, oltre al già citato Ballet Azul, è molto recente ed è rappresentato dall’allenatore argentino Jorge Sampaoli, attuale Commissario Tecnico della Nazionale cilena. Sedutosi sulla panchina del Chuncho nel 2010, Sampaoli ha raccolto praticamente solo vittorie: tre campionati consecutivi (Clausura 2011, Apertura 2011 e Clausura 2012) e soprattutto la Copa Sudamericana del 2011. La U di Sampaoli è stata la miglior squadra di sempre della competizione mettendo a segno dagli ottavi di finale in poi sette vittorie e un pareggio, e battendo nettamente in finale la LDU Quito.

La rivalità tra le albos e azúles nasce nel 1938 quando il Colo Colo si aggiudica il primo incontro tra le due squadre con un pesante 6-0, anche se le prime schermaglie si ebbero in realtà nel 1940 quando si scatenò una rissa tra Alfonso Domiínguez, del Colo Colo, e José Balbuena, della Universidad de Chile. I successi nel Clásico pendono nettamente dalla parte dei colocolinos che hanno ottenuto  in campionato 77 successi contro i soli 48 degli odiati rivali. Tanti gli incontri memorabili, ma ora ci soffermeremo su due “episodi” recenti. Il primo a favore della U, che nel 2012 conquistò una memorabile vittoria per 5-0 facendo registrare il successo più largo della storia tra le due formazioni. Il secondo invece non è un risultato, ma un numero di anni: tredici sono quelli passati dall’ultima vittoria della U in casa del Colo Colo, che potrebbe aumentare in caso di successo o pareggio domenica.

Colo Colo tifosiOvviamente una componente fondamentale di questa epica sfida sono i tifosi. I gruppi più famosi (nel bene e nel male) sono la Garra Blanca per il Colo Colo e Los de Abajo per la U. Molto lo spettacolo regalato dalle tifoserie sugli spalti, ma tanti purtroppo sono anche gli incidenti causati: 70 arresti nel 1993, due morti nel 1999, un morto e 168 feriti nel 2003 con la partita che fu sospesa al 55′ solo per citare alcuni dei più grandi scontri tra i due gruppi.

Tra i tanti giocatori famosi che hanno vestito le maglie di queste due gloriose squadre citiamo tra gli altri Claudio Borghi, Iván Zamorano, Arturo Vidal e Alexis Sánchez per los albos, e Pedro González, Luis Musrri, Marcelo Salas ed Eduardo Vargas per los azúles.

Il Colo Colo gioca le sue partite interne all’Estadio Monumental David Arellano, la cui costruzione fu decisa anche dal dittatore Augusto Pinochet. Fatto che viene spesso rinfacciato dai tifosi avversari, che da sempre hanno combattuto contro la dittatura, la quale cambiò anche lo struttura societaria della U portando la squadra a non vincere nulla dal 1969 al 1994.

La Universidad de Chile è di casa invece all’Estadio Nacional, divenuto tristemente famoso in quanto teatro delle torture tremende che dovettero subire i cileni che si ribellavano al regime di Pinochet.Universidad de Chile tifosi

Tornando ai giorni nostri, la Universidad de Chile di Martín Lasarte (ex allenatore anche della Real Sociedad) si presenta da capolista allo scontro con gli eterni rivali e vincendo metterebbe praticamente la parola fine al campionato in quanto si ritroverebbe con un vantaggio, proprio sui rivali di sempre, di otto punti a sole sei giornate dal termine del torneo. Per il Colo Colo quindi un unico risultato a disposizione: la vittoria, con tutto il popolo Albos che spingerà i suoi beniamini verso l’impresa tra le mura amiche..

L’incredibile accoglienza riservata dal Monumental di Macul ai giocatori del Colo Colo per una partita di coppa contro i messicani del Toluca:

Il ricevimento” dei tifosi della U nel 2011 in occasione della finale di Copa Sudamericana contro la LDU Quito:

Riccardo Bozzano
Riccardo Bozzano
Nato a Genova, dove vive attualmente. Ama molti sport tra cui basket, calcio, football americano e tennis. Segue il calcio italiano, europeo e sudamericano, con una forte passione per il campionato argentino.

MondoPallone Racconta… Toninho Cerezo, campione senza età

Il 21 aprile compirà 60 anni uno dei migliori giocatori brasiliani degli anni Ottanta e Novanta, che all'epoca diventò un beniamino anche del pubblico...
error: Content is protected !!