Brasile 2014-Russia, la beffa di Origi e le preghiere algerine

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Il gol nel finale di Origi complica e non poco le cose alla Russia, che è obbligata a vincere (sperando che la Corea non batta il Belgio con almeno un gol di più rispetto all’eventuale successo della compagine di Capello) con l’Algeria per andare a prendersi gli ottavi del Mondiale. Cosa ha funzionato al Maracana? Cosa invece è mancato? Ecco l’analisi tecnico-tattica dell’incontro di ieri.

In Russia non è piaciuta la gestione dell’incontro da parte di Fabio Capello. Il tecnico friulano ha saputo imbrigliare al meglio la nazionale belga, che ha trovato il gol soltanto nei minuti finali dopo una prestazione alquanto opaca, ma è mancato di coraggio nella fase centrale della partita, quando la sua squadra aveva la sterile supremazia territoriale, da trasformare in pericolosa attraverso determinati cambi. Vedere Kerzhakov, miglior cannoniere della storia del calcio russo, relegato al ruolo di ancora di salvezza, da inserire in campo soltanto quando si prende gol, è davvero sconcertante. Anche l’ingresso di Dzagoev è apparso abbastanza tardivo.

Senza l’inventiva di Shirokov la Russia fatica molto a dare dinamismo alla manovra. Certo, la disposizione dei calciatori non aiuta: Kokorin, come già detto nell’analisi della sfida con la Corea, non ha le caratteristiche per fare il centravanti; perchè quindi privarsi di una fondamentale boa e di un calciatore come quello della Dinamo Mosca che qualche metro dietro potrebbe rendere alla grande? Con questo tipo di gioco la punta deve essere gioco forza Kerzhakov, o quel Dzyuba che in questa stagione ha segnato tantissimo ma che Capello non ha voluto (o lo stesso Pogrebnyak, anche se la sua esclusione è argomentata dalle altalenanti prestazioni dell’ex Zenit).

Altro dilemma. E Denisov? Oggi Glushakov non ha mal figurato, ma l’ex capitano della squadra appare decisamente superiore. Azzeccato invece il doppio cambio iniziale: Kanunnikov ha dimostrato di saperci fare, smentendo Spalletti che non lo amava ai tempi dallo Zenit, ma che lo faceva anche giocare come centravanti, ruolo che non gli si addice nonostante il possente fisico; Kozlov invece ha annichilito Hazard. Sarà un caso ma il belga ha avuto i suoi cinque minuti d’esaltazione proprio quando il terzino della Dinamo era in panchina, bloccato da un problema alla gamba.

La sconfitta risulta comunque nel complesso immeritata, anche se la Russia è sembrata una squadra ingenua e soprattutto normale. Manca la fantasia, la rottura degli schemi, quella giocata che ha ad esempio permesso al Belgio di vincere una partita che ha giocato male. Si poteva chiamare Arshavin? Forse, ma la sua assenza ci può stare. Il problema è che al momento, a parte Shirokov, mancano quei giocatori capaci di inventarsi qualcosa negli ultimi quindici metri. Ai vari Shatov, Dzagoev e Kanunnikov l’arduo compito di smentire tutto questo.

Con l’Algeria è uno spareggio, un sedicesimo di finale come ha detto qualcuno. Perderlo sarebbe deleterio, un’altra figuraccia che i tifosi di questa nazionale non meritano.

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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