C‘era in Europa: 1992, il Torino a un passo dalla Coppa UEFA

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La storia del Torino in Europa non è andata di pari passo con gli allori raccolti nel campionato di serie A. Il Grande Torino, prima per le contingenze storiche degli anni ’40 e la mancanza di competizioni internazionali, poi per la sciagura di Superga, non ebbe adeguati riscontri europei del proprio valore. Mentre il Torino degli anni ’70 di Gigi Radice, quello del gioco all’olandese e della coppia del gol Pulici – Graziani, non si espresse all’estero ai medesimi livelli domestici.

L’impresa tuttavia fu ad un passo dal compiersi nel 1992, quando un Toro volitivo ed energico, allenato dal sanguigno Emiliano Mondonico, giunse in finale di Coppa UEFA, al termine di una storica galoppata.
Il Torino aveva conquistato l’accesso in UEFA nella stagione 1990-91, sopravanzando in classifica i rivali juventini ed estromettendoli di fatto dall’Europa, per la prima volta dopo decenni.
Quella squadra, appena riemersa dalla palude di serie b, stava costruendo un percorso, che avrebbe raggiunto proprio in Coppa UEFA il proprio apice. All’epoca la squadra era costantemente rafforzata dagli innesti provenienti dal vivaio, e nemmeno quella formazione faceva eccezione.

Durante il percorso, il Torino eliminò facilmente gli islandesi del KR Reykjavík, con due gol in trasferta e ben sei in casa. Si impose poi sugli arcigni portoghesi del Boavista, vincendo 2-0 in casa e pareggiando a reti bianche in un’ infuocata trasferta, in cui i tifosi lusitani presero di mira il portiere Marchegiani (“Marchegiani asesino: Marlon Brandao è stato morto!”), per via di uno scontro terribile avvenuto con il centrocampista nella partita d’andata.
Contro l’Aek Atene, il Torino passò in virtù di un pareggio per 2-2 ad Atene e della vittoria per 1-0 in casa (a segno, come spesso durante quella manifestazione, andò il brasiliano Casagrande). Mentre un benevolo sorteggio regalò nei quarti il confronto con i danesi del BK 1903, sconfitti per 0-2 in trasferta (reti di Casagrande e Policano) e 1-0 in casa (autorete danese).

Ma come spesso accade, quel che la sorte concede prima, si riprende poi, e in semifinale toccò al Torino il più blasonato degli avversari: il Real Madrid di Chendo e Sanchis, Luis Enrique e Michel, Butragueno e Hagi.
Qui, i cavalieri della squadra di Mondonico compirono un’ impresa. Grazie ad un gol del centravanti Casagrande, seppur rimontato poi da due reti di Hagi e Hierro, il Torino riportò dal Bernabeu un risultato che non comprometteva i giochi, ma lasciava speranze, a patto di vincere in casa.
Il 15 aprile del 1992, per i tifosi del Torino fu una data indimenticabile: grazie ad un’autorete del madrileno Rocha e ad un gol di Luca Fusi a quindici dal termine, il Torino sconfisse per 2-0 il Real Madrid.

Nell’altra semifinale intanto, l’Ajax di Van Gaal si era imposto dopo un serratissimo confronto sul Genoa di Aguilera e Skhuravy – allenato da Bagnoli -in un’altra epica doppia sfida. L’Ajax di Van Gaal era una squadra che stava rinnovando il valore della propria scuola, rimessa in linea coi tempi, dopo i fasti eccelsi degli anni ’70. Il tecnico olandese, rinnovando la squadra che avrebbe monetizzato i propri talenti vendendo soprattutto in Italia, avrebbe poi raccolto una striscia ragguardevole di successi internazionali: una Coppa dei Campioni nel 1994-1995, seguita da una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale. Tra i tulipani, brillava la stella di Dennis Bergkamp, talentuosissimo attaccante che poi sarebbe passato all’Inter, senza però dimostrare per intero il suo immenso valore.

Mondonico-alza-la-sediaNella prima sfida interna il Torino non riuscì ad imporsi, nonostante fosse passato in vantaggio con una doppietta di Casagrande, rimontando il gol iniziale di Jonk (altro futuro interista). Un rigore di Pettersson fermò il Toro sul 2-2.

Nella sfida di ritorno, ad Amsterdam, il Torino fece il pieno di sfortuna. Un palo di Casagrande, uno di Mussi e una traversa nel finale di Sordo, impedirono ai granata di segnare quel gol che avrebbe deciso l’incontro. Dubbi anche per un rigore negato a Cravero, episodio immortalato in una celebre immagine di Mondonico mentre solleva una sedia per protestare contro la decisione arbitrale e la malasorte.

Così fu quella storia dal mancato finale. Un “inganno” che ancora duole nei ricordi dei tifosi granata, tuttavia al tempo stesso, un ricordo che vale la pena di conservare, in attesa che la sorte, prima o poi, decida di concedere una meritata rivincita al Torino.

Di seguito i tabellini della doppia finale:

29.04.92 – TORINO – AJAX 2-2
Torino: Marchegiani, Bruno, Mussi (83′ Sordo), Annoni, Benedetti, Cravero (83′ Bresciani), Scifo, Lentini, Casagrande, Martin Vazquez, Venturin. A disp.: Di Fusco, Cois, Vieri. All.: Mondonico.
Ajax: Menzo, Blind, Silooy, Jonk, DeBoer, Winter, Van’t Schip, Kreek, Petersson, Bergkamp, Roy (83′ Groenendjik). A disp.: Van der Sar, Vink. All.: Van Gaal
Arbitro: Worral (Inghilterra)
Marcatori: Jonk 14′, Casagrande 62′, 84′, Petersson (rig) 75′

13.05.92 – AJAX – TORINO 0-0
Ajax: Menzo, Silooy, Blind, Jonk, De Boer, Winter, Kreek (80′ Vink), Alflen, Van’t Schip, Pettersson, Roy (65′ Van Loen). A disp.: Van der Saar, Davids. All.: Van Gaal.
Torino: Marchegiani, Mussi, Policano, Fusi, Benedetti, Cravero (56′ Sordo), Scifo (60′ Bresciani), Lentini, Casagrande, Martin Vazquez, Venturin. A disp.: Di Fusco, Cois, Vieri. All.: Mondonico.
Arbitro: Petrovic (Jugoslavia)
Qui, un video, commentato da Nando Martellini

Paolo Chichierchia
Paolo Chichierchia
Nasce nel 1972 a Roma, dove vive, lavora e tifa Fiorentina. Come Eduardo Galeano, ritiene che per spiegare a un bambino cosa sia la felicità, il miglior modo sia dargli un pallone per farlo giocare.

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