Il calcio che non vedi – le aperture di Totti, il rigore di Ibra

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Siamo giunti al quinto appuntamento con la rubrica “Il calcio che non vedi“…quest’oggi partiremo dal gesto tecnico di una nostra vecchia – ma non troppo – conoscenza, il calcio di rigore di Ibrahimović, per poi passare al nostro campionato dove l’eterno Francesco Totti inventa ancora magie per i suoi compagni nonostante la veneranda età – si intende calcistica – di questo ragazzino che non vuole smettere di vestire i colori giallorossi. Gli spunti dei due grandi campioni ci serviranno per viaggiare attraverso Europa, Asia e America alla ricerca di loro imitatori, più o meno bravi a farlo.

Iniziamo, dunque dal Parco dei Principi dove il Paris Saint Germain di Verratti, Lavezzi e compagni è riuscito nell’impresa – ardua a dir la verità – di farsi recuperare i due gol di vantaggio di cui godeva già al 19′ del primo tempo. L’episodio che qui ci interessa – come già detto – è quello relativo alla seconda marcatura dei padroni di casa, arrivata grazie alla bella realizzazione di Ibrahimović su calcio di rigore concesso – a dir la verità forse con un po’ di superficialità – dal direttore di gara ai parigini per un ipotetico fallo del portiere avversario su Lavezzi. A incaricarsene, come sempre, va Ibra che lascia partire una cannonata a mezza altezza che si infila alla destra di Ruffier; il rigore è senz’altro ben calciato ma non è questa la perla dello svedese: il direttore di gara annulla infatti il penalty decretando che venga ripetuto. Ibra posiziona di nuovo la sfera sul dischetto senza troppe polemiche ed è qui che sforna la vera magia: va dagli undici metri e anziché cambiare la direzione di tiro – come anche Ruffier si aspettava – calcia esattamente nello stesso punto di prima, ma con una tecnica e potenza decisamente differenti; ciò che sforna, infatti, è un perfetto cucchiaio che non può fare a meno di richiamare alla memoria quello inflitto dal Capitano della Roma Francesco Totti a un Van der Sar inevitabile spettatore della magia del numero 10 giallorosso e – in quell’occasione – azzurro. Il tocco è sotto la sfera, ma non troppo, sì da farla alzare a mezza altezza andando a disegnare una dolce parabola che varchi la porta proprio in piena fase d’atterraggio; ciò che conta per un tiro del genere è senza dubbio la tecnica e la sensibilità del piede che deve dosare perfettamente la forza e il punto di impatto, ma la vera discriminante nell’esecuzione è la capacità di spiazzare il portiere – capacità ben testimoniata in questa occasione da Ibra -, premessa senza la quale il ‘cucchiaio’ si trasforma inevitabilmente in un ‘coltello’ rivolto verso il tiratore stesso.

L’esecuzione dal dischetto di Ibrahimović non è, però, certo stata l’unica degna di nota nella settimana calcistica appena trascorsa. Partiamo allora proprio dal nostro campionato di Serie A dove Balotelli ha ipotecato – nei primi minuti di gara – la vittoria contro il Palermo guadagnandosi il penalty poi da lui trasformato: la tecnica di esecuzione non è nuova a Super Mario e sembra avere un notevole successo – almeno dai suoi piedi – dato che di rigori non ne ha ancora sbagliato uno; la partenza è carica come per tirare una botta secca, poi giunto in prossimità della sfera rallenta di colpo e di nuovo accelera nel movimento della gamba che calcia con la grande potenza da fermo che lo caratterizza e con grande precisione che si concretizza in un tiro teso a fil di palo su cui il portiere non può nulla nonostante abbia intuito la direzione della palla. Quasi a dire, è inutile che capisci dove tiro, tanto non puoi arrivarci!

http://www.youtube.com/watch?v=EiMXCom-gro

Un rigore simile lo realizza in Inghilterra Gardner regalando così al Sunderland il pareggio: il tiro è teso e ben piazzato e spiazza anche il portiere nonostante non si fermi in prossimità della palla ma continui la sua corsa in modo naturale. Spostiamoci allora in territori più lontani andando a finire in Iran dove nel maggior campionato il Fajr Sepasi riesce a strappare un punto al Foolad grazie alla bella realizzazione dal dischetto di Nazari: qui la rincorsa è diversa, il giocatore va con passo cadenzato fin sotto la palla per poi calciare – questa volta alla sinistra del portiere – di piatto effettato con potenza e precisione. Di qui voliamo direttamente in Sud America dove – in terra colombiana – nella settima giornata di Liga Postobon il Millonarios si impone per 2-1 sul Deportivo Cucuta; anche qui il primo gol arriva su calcio di rigore, la realizzazione, però – affidata ai piedi di Tancredi – punta più sullo spiazzamento del portiere, calciando di piatto rasoterra angolato con media potenza.

http://www.youtube.com/watch?v=ii8TwNr2ODg

Il calcio di rigore non è certo l’unica occasione da fermo per andare in gol, anche i calci di punizione possono spesso essere insidiosi. Chiudiamo, dunque, il circolo tornando nella nostra Capitale dove domenica sera la Roma ha battuto per 2-0 il Parma di Donadoni grazie alle reti di Lamela e Totti – che fa 226 sul taccuino dei migliori marcatori di sempre in Serie A – proprio con una punizione dal limite calciata bassa e tesa che sbuca tra le maglie della barriera sorprendendo Mirante. Calcio piazzato del Capitano che non è stato l’unico a rendersi, nel corso del match, pericoloso: a inizio ripresa, infatti, Francesco Totti si incarica della battuta di una punizione dai 30 metri spostato sulla sinistra e calcia in modo perfetto con potenza ed effetto, andando a tatuare l’impronta del pallone proprio all’incrocio dei pali. La sorte decide di lasciare il punteggio fisso sull’1-o per i padroni di casa, ma il gesto tecnico è sicuramente da manuale. Le maniche del Capitano sono sempre state piene di gesti tecnici importanti e oramai quasi non ci stupisce più in quanto il vederli si è fatta prassi quotidiana, ma – a volte – Totti riesce ancora a stupire chi credeva di avergli già visto far di tutto; è certo il caso della splendida apertura – se così la si può chiamare – di tacco per il compagno Marquinho che va in scena sotto l’Olimpico gremito, nel corso del primo tempo, ancora una volta grazie alla magia dei piedi del numero 10 giallorosso che riesce a ‘taccare‘ addirittura in movimento e in torsione con una precisione a dir poco fuori del comune. Insomma il Capitano sembra non voler smettere di far andare in visibilio i tifosi suoi e del bel calcio in generale e, forse – con la possibile convocazione per Brasile 2014 – potrebbe farlo in futuro, e ancora una volta, con l’unica maglia che abbia mai indossato diversa dalla sua, quella azzurra!

http://www.youtube.com/watch?v=9RqKngHMIlk

 

 

Daniele Gubbiotti
Daniele Gubbiotti
Nasce nel 1986 a Terni. Nel 2010 consegue la laurea in Lettere. La passione per il calcio, unita a quella per la scrittura e per la linguistica lo portano ad avventurarsi nel campo del giornalismo sportivo.

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