Rugby, il punto sul Sei Nazioni 2013

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Si sono svolte nei pomeriggi di Sabato e Domenica le gare della prima giornata del Sei Nazioni 2013. Pronostici rispettati ma solo in parte, perché l’Irlanda ha punito il Galles in casa sua e l’Italia ha fatto suo il prestigioso Trofeo Garibaldi, battendo la favoritissima Francia. L’Inghilterra, ora la vera favorita dei pronostici anche in virtù del successo autoritario sugli All Blacks in autunno, ha conquistato la Calcutta Cup battendo i “cugini” della Scozia, in maniera inequivocabile nonostante un avvio incerto.

Qual è il quadro generale? Nell’Emisfero Nord, battere l’Italia a casa sua non è più cosa semplice, o comunque i pronostici andranno aggiustati. Ci avevamo visto giusto, evidentemente, nel vantare la crescita mentale e tecnica del gruppo sotto Brunel.

All’apertura, Orquera ha fornito una prestazione magistrale, aumentando forse il rammarico per l’ostracismo a lui riservato da altri commissari tecnici. Il giocatore delle Zebre, ultime in Pro12, ha giocato un rugby completo da ogni punto di vista, aiutando i compagni in un exploit superiore, quanto a imponenza della dimostrazione di forza, a quello di due anni fa al Flaminio. Il successo azzurro ha inoltre confermato che all’Olimpico questa squadra merita ampiamente di starci, tanto quanto Roma e Lazio, per mettere i puntini sulle i. Certo, ad abbonanti e appassionati giallorossi e biancocelesti qualche spostamento di calendario darà disagio (ed emerge l’annoso problema della mancanza di un impianto “nazionale” sullo stile Stade de France), ma il pomeriggio di Domenica ha offerto uno spettacolo sul campo ma anche sugli spalti.

L'Equipe
Ampio risalto alla debacle romane su “L’Equipe”

Chapeau, come amano dire i francesi, a Parisse e compagni. Per contro, la Francia ha palesato limiti che molti addetti ai lavori ignoravano. I test match autunnali positivi e un campionato di club di altissimo livello avevano forse nascosto le carenze della gestione Saint-André, ma alcune scelte tecniche si sono rivelate curiose, per usare un eufemismo. Il XV francese è parso sfilacciato, fino a venir schiacciato dall’impeto dell’avversario, superiore nella tattica e nella tecnica. Dell’epoca del tanto criticato Lièvremont questa Francia ha ereditato l’infelicità di alcune scelte, anche se restano cinque partite per dimostrare il contrario.

Dal primo turno esce rafforzata l’Inghilterra, autoritaria nella Calcutta Cup contro i “nemici” venuti da oltre il Vallo di Adriano, anche se l’avversario ha limiti ben visibili. Lancaster ha tuttavia trovato in Farrell l’erede – fatte le debite proporzioni, non vorremmo sembrare iconoclasti – di Wilkinson, per la sapienza nella costruzione e gestione del gioco, oltre che per la bontà nei calci. Il giovane dei Saracens costringe alla panchina Flood e alimenta la fiducia dei fan inglesi nel Sei Nazioni 2013.

Eccoci alla sfida più spettacolare, almeno nelle previsioni della vigilia. Galles-Irlanda partita a due facce, con i verdi straripanti nel primo tempo e difensori gagliardi nella ripresa. Di nuovo, O’Driscoll si è confermato quello che è, ovvero sia una superstar dello sport mondiale. Il nativo di Clontarf, sobborgo del northside di Dublino, ha deliziato ancora una volta la platea mondiale. Una vera stella, una delle migliori del globo. Il secondo tempo ha permesso ai gallesi di riaprire la partita ma non è bastato, e ai punti è giusto così.

Ora, il tempo di riflettere e rifiatare c’è solo per chi le partite le segue da casa, o allo stadio. Staff e giocatori lavoreranno alacremente per ovviare alle mancanze palesate nel primo turno, con la consapevolezza che questo è il Six Nations più aperto degli ultimi anni.

Una nota ce la permettiamo, in chiusura: l’Italia ha battuto la Francia anche nella prima giornata del Sei Nazioni femminile. Tanto di cappello alle ragazze azzurre, brave nel superare colleghe provenienti da un paese a più ampia diffusione rugbistica. Ciò che fa un po’ storcere il naso è l’attenzione ricevuta dal lo sport femminile solo quando c’è una vittoria da celebrare contro una rivale storica, e non tutto l’anno, come chi si adopera nello sport meriterebbe. Una piccola tirata d’orecchi, se vogliamo, all’ambiente in generale, nel giustificato e sacrosanto entusiasmo di un week-end magico.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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