Ciak, (non) si gira: l’Inter senza regista è sempre lo stesso film

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Erano i primi di novembre quando l’Inter, con una grande prestazione di carattere, riuscì ad espugnare lo Juventus Stadium. Da quel momento tifosi e addetti ai lavori avevano immaginato una sceneggiatura molto diversa rispetto a quella che oggi, invece, è una dura realtà per il club nerazzurro.

L’Inter di ieri sera ha mostrato tutti i limiti di una squadra in piena ricostruzione, costruita solo parzialmente e senza una certezza vera in mezzo al campo. Gargano e Mudingayi hanno altre caratteristiche, ma anche lo stesso Guarin, autore ieri sera di un errore di concentrazione, non possiede quei numeri in grado di far scattare la scintilla nei compagni.

Il colombiano è bravo a mettersi in proprio e a creare situazioni pericolose, soprattutto se lasciato in 1 contro 1, ma ha pesanti carenze nel cosiddetto “playmaking”, l’arte di creare gioco per i compagni. L’unico in grado di dare del tu al pallone e di saperlo trattare con i guanti, è Fantantonio Cassano, giocatore però al rientro da un’infortunio e che non fa della continuità la sua arma migliore.

La colpa di tutto questo, però, non è di Stramaccioni: sia chiaro, il tecnico romano ha dimostrato grandi doti di comunicazione e carisma in questi mesi alla guida dei nerazzurri, mentre sul piano del gioco non sembra che i suoi giocatori sappiano sempre cosa fare, quando farlo e soprattutto come farlo. Tuttavia è innegabile che se a risolvere la partita sono rispettivamente Zanetti e Cambiasso, 73 anni in due, c’è qualcosa che non va all’interno dell’ingranaggio Inter.

Serve assolutamente un regista basso che sappia fare qualcosa in più del semplice appoggio a Cassano, se non addirittura indietro per Chivu. L’esperimento del rumeno perno centrale della difesa a 3 – con compiti da regista – è palesemente fallito: Christian è sicuramente più dotato tecnicamente di Ranocchia e Juan Jesus, ma questo non significa che sia all’altezza di un compito così impegnativo.

Già, ieri sera ha tradito anche Juan Jesus: il difensore brasiliano sembra inoltre molto più a suo agio nella difesa a tre. La tranquillità con cui ha lasciato passare il cross di Cerci (poi ribadito in rete da Meggiorini) è tipico di un difensore consapevole di avere almeno altri due compagni di reparto pronti a coprire determinate traiettorie di passaggio.

Da un brasiliano a un altro: nei prossimi giorni l’Inter saluterà Coutinho, giocatore che nel suo processo di maturazione non è riuscito a diventare il fenomeno che si sperava quando venne acquistato nel 2010. Potrà sicuramente rifarsi, anche se sembra essere più adatto al calcio spagnolo che a quello inglese; i soldi ricavati dalla cessione dovrebbero costituire parte del tesoretto per arrivare a Paulinho, che nonostante abbia spiccate doti offensive, non è comunque il regista che l’Inter sta cercando.

Alcuni passi avanti dovranno essere fatti anche nella trattativa per arrivare a Schelotto: ieri sera l’esterno più pericoloso è stato Javier Zanetti, un calciatore che ha fatto il terzino per gran parte della carriera. E se per Nagatomo si tratta semplicemente di un cattivo periodo di forma, Pereira invece appare essere l’ennesimo acquisto sbagliato e strapagato della gestione Moratti. Un esterno costato quasi 15 milioni di euro (bonus inclusi) non può essere così impreciso al momento del cross, per non parlare delle amnesie difensive (messe in evidenza, proprio ieri sera, da un Cerci qualunque). Non si può sempre fare affidamento alle invenzioni di Cassano, per questo motivo un esterno in grado di scardinare le difese avversarie grazie alla sua velocità può fare sicuramente comodo.

I problemi di inizio anno sono ritornati, visto che l’eccellente stato di forma generale della squadra, che aveva condotto a quella famosa serie di vittorie, è terminato da molto. E se persino un ragazzino come Benassi ha impressionato tutti quanti per le sue doti di regista davanti alla difesa, forse questo è il segnale che più deve far riflettere in casa nerazzurra.

Lampard e Lodi sono soltanto alcuni dei nomi che potrebbero cambiare il destino della stagione interista: il primo ha uno stipendio molto elevato, ma è in scadenza di contratto e resta comunque un campione affermato. Il secondo, invece, rappresenta l’alternativa low-cost che Moratti potrebbe portare a termine negli ultimi giorni di mercato, ricalcando quella che dodici mesi fa portò Palombo in nerazzurro. Quella si dimostrò un flop totale, complice le caratteristiche prettamente difensive del calciatore, mentre sul centrocampista del Catania sono in molti a credere fortemente.

Insomma, senza un giocatore con queste qualità, la stagione sembra andare sempre più a sud, rispetto alle aspettative iniziali. E per rivedere un’Inter davvero competitiva in Italia e in Europa, l’unica strada sembra quella di aprire il proprio browser, andare su YouTube, e rivedere (da veri nostalgici) qualche video dell’Inter di Mourinho.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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