Quel calcio che se ne va

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Il calcio italiano è fatto di tante storie che negli anni hanno costruito e reso grande la nostra Serie A. Due di queste c’hanno lasciato negli ultimi giorni, lasciando un vuoto nei club a cui hanno legato il loro nome. Domenica è scomparso Pietro Scibilia, ex presidente del Pescara. Un personaggio capace di unire la passione per lo sport agli affari e che ha permesso a una città come Pescara di raggiungere traguardi impensabili fino ad anni prima, portando allo stadio Adriatico calciatori del calibro di Junior e Dunga. Figure come Scibilia sono di vitale importanza nello sport dei nostri giorni, dove il business fa la voce grossa. L’amore per la città e per il calcio e la conoscenza dell’ambiente e dei suoi meccanismi sono tutto ciò che possono fare la differenza in un progetto a lungo termine. Gli imprenditori che invece improvvisano e vogliono tutto e subito a suon di soldi, invece, rischiano di avere lo stesso effetto di una tempesta, capaci di far esaltare la platea per breve tempo per poi lasciare il deserto e la desolazione al loro abbandono.

Vent’anni dopo la morte di Paolo Mantovani, la Genova, sponda blucerchiata, piange Riccardo Garrone. La sua presidenza non ottenne lo scudetto come accadde alla Samp di Boskov e di Mancini e Vialli, però a Garrone va riconosciuta la capacità di far uscire il club da un pesante letargo in cui era piombato dopo la fine dell’era Mantovani. Tempi duri tra i campi del campionato cadetto e il lontano ricordo di quella amara finale di Wembley persa ai tempi supplementari. Pazzini-Cassano avevano le carte in regola per essere gli eredi perfetti della coppia gol degli anni novanta, ma qualcosa improvvisamente si ruppe. Se pensi a Garrone, viene in mente la lite con Cassano, l’episodio che più l’ha contraddistinto nella sua avventura blucerchiata. Quel gesto gli permise il rispetto dei sampdoriani perché quel giorno lui stesso dimostrò il suo amore e il suo rispetto per la squadra e per ciò che rappresenta; non ebbe nessun timore di perdere uno dei suoi elementi più importanti, anteponendo la Sampdoria davanti a tutto.

Elia Modugno
Elia Modugno
Nasce a Roma il 30 maggio 1979 mentre il Nottingham Forest di Brian Clough vinceva la sua prima Coppa Campioni. Radiocronista sui campi dell’Eccellenza laziale, adora il calcio minore ed il futsal.

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