Coppa d’Africa 2013, Girone A: Angola-Marocco emozionante, ma senza gol

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Per la seconda gara della Coppa d’Africa 2013, scendono in campo Angola e Marocco a completare il primo turno del Girone A, che ha visto l’inaspettato stop del Sud Africa contro un ottimo Capo Verde. Le Antilopi Nere arrivano alla Coppa fiduciose e consce del fatto di essere una Nazionale in crescita. Il CT del Marocco Taoussi li ha accomunati allo Zambia dello scorso anno, sottolineando la loro grande qualità offensiva, che, però, non li rende imbattibili. I Leoni dell’Atlante, invece, sbarcano in Sud Africa con una squadra priva di alcuni nomi importanti, quali Taarabt, Chamakh e il capitano Kharja, ma ha dalla sua nuovi elementi giovani e di prospettiva, che mirano a sorprendere il pubblico africano. 4-4-2 per entrambe le compagini, si preannuncia una partita combattuta.

LA PARTITA. Il primo tempo inizia con entrambe le formazioni in ottica offensiva: il ritmo è alto, le azioni sono veloci e i primi venticinque minuti scivolano via con molti sussulti. Il gran tiro rasoterra di Mingo Bille al 3′ minuto, neutralizzato in due tempi da Lamyaghri, indica che l’Angola non vuole andare troppo per il sottile, bensì approfittare di ogni occasione per centrare la porta. Il colpo di esterno di El Ahmadi e il bolide di El Hamdaoui sono parati in maniera spettacolare da Lamà (5′ e 10′ minuto) e, uniti alla serpentina di Assaidi al 14′, mostrano al mondo la tecnica di cui dispone la Nazionale magrebina.
Il tutto va in calando, senza particolari emozioni fino al 45′. Il Marocco sa giocare come una squadra: attacca su ambedue le fasce e il portatore di palla ha sempre un compagno smarcato su cui scaricare il pallone; mentre l’ex colonia portoghese si basa di più sulla rapidità di esecuzione e sul talento dei singoli, senza una tattica che balzi particolarmente all’occhio.
Il secondo tempo si apre con un’occasione colossale per l’Angola: Lamyaghri esce malissimo su di un cross dalla destra e il neo-entrato Guilherme, sopreso, colpisce in maniera scoordinata, mandando fuori di pochissimo il tiro. La risposta marocchina arriva con El Hamdaoui, che si gira, eludendo la marcatura, e spara sull’esterno della rete. La ripresa mantiene il bello della prima metà di gara, ovvero l’atteggiamento grintoso e la velocità, questa volta non condensati in un piccolo arco di tempo, ma meglio spalmati su tutti gli ultimi quarantacinque minuti.
L’ingresso di Belhanda mette ancora più pepe alla sfida e il numero 10 ci mette poco a farsi pericoloso: al 68′ raccoglie un pregevole assist di Assaidi e, dopo una rapida serpentina, fa la barba al palo con un insidioso rasoterra. Da lì parte il momento migliore del Marocco, intervallato all’85’ dalla conclusione di Manucho, che si spegne vicino al montante sinistro, e dal bolide di Mateus, troppo centrale.
L’attaccante del Valladolid causa un arresto cardiaco a mezzo Marocco quando, all’88’, si tuffa splendidamente per raccogliere il cross di Mateus, mancando la porta di un nulla. Con l’Angola in avanti si chiude una partita per niente noiosa, in cui entrambe le formazioni hanno tentato di giocare a calcio, senza paranoie da esordio o sterili tattiche catenacciare. 

ANGOLA – MAROCCO: 0-0.
Angola (4-4-2): Lamà; Miguel, Bastos, Dany, Lunguinha (78′ Marco Airosa); Mingo Bille (46′ Guilherme), Pirolito, Dédé, Geraldo (82′ Gilberto), Mateus, Manucho. A disp.: Fabricio, Djalma, Manucho Dinis, Zuela, Landù, Amaro, Yano, Manuel, Neblù. All.: Ferrin.
Marocco (4-4-2): Lamyaghri; El Kaoutari, Benatia, El Adoua, Achchakir; Assaidi, El Ahmadi (82′ Belghazouani), Hermach, Amrabat; Barrada (64′ Belhanda), El Hamdaoui (71′ El Arabi). A disp.: Bergdich, Kantari, Zniti, Kaddioui, Noussir, Chafni, Hamdallah, Askri, Namli. All.: Taoussi.
Arbitro: Badara Diatta (Senegal).
Note: ammonizioni: Manucho (A), Benatia, Belhanda (M).

CLASSIFICA
Gruppo A –  1/a giornata
Sud Africa-Capo Verde: 0-0
Angola-Marocco: 0-0

SQUADRA P.ti G V N P GF GS DR
 Sud Africa  1 1  0 1 0  0 0 0
Capo Verde  1 1  0 1 0  0 0 0
Angola  1 1 0 1 0 0 0 0
Marocco  1 1 0 1 0 0 0 0
Francesco Piacentini
Francesco Piacentini
Pavese classe '91, laureato in scienze politiche, per lui lo sport è uno specchio su cui si riflette la storia di un popolo. Stregato dal calcio inglese e greco, ama la politica, l'heavy metal e il whiskey.

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