Copa Libertadores: L’altra metà del Sudamerica

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In tempo di esperimenti, di “mondiale per club” abbozzato e provato, per l’America del Sud occorre passare. Squadre dai nomi noti a chi la notte già da anni segue, su internet e canali tivu, i principali tornei maschili di calcio. Boca, National, Deportivo Quito e chi più ne ha più ne metta. Succede allora che da quelle parti, come giusto, si organizzi e strutturi anche un robusto e solido movimento femminile di fútbol e non può mancare la competizione principale, quella che fa sognare tutti i tifosi: è la Copa Libertadores, bellezza.

STORIA, IN SALSA BRASILIANA. Almanacchi alla mano, quella 2012 è stata la quarta edizione della massima competizione continentale, con la fase decisiva sinora sempre organizzata dal Brasile (paese che, del resto, è molto competitivo a livello di nazionale). Due i titoli portati a casa nel 2009 e 2010 dal Santos, con le connazionali del Sao José EC vincenti l’anno successivo, contro il Colo-Colo. Proprio le cilene, campionesse della Primera División de fútbol femenino in patria, hanno alzato al cielo la coppa nel 2012, sconfiggendo 4-2 ai calci di rigore il Foz Cataratas, club brasiliano di Foz do Iguaçu (Paranà).

IL BOMBER. Gol a raffica e fama indiscussa: è il calcio di Cristiane, nazionale brasiliana capocannoniere di questa Libertadores. 7 reti (15 nel 2009), per chi già con la nazionale verdeoro vanta 31 segnature, un curriculum vitae di tutto rispetto, condito dalle esperienze in Svezia, Germania, Stati Uniti e Russia. Il suo sforzo non è però bastato al Sao José, terzo classificato.

Come riporta La Tercera, il Colo-Colo è il secondo club a vantare ora in bacheca la Copa Libertadores a livello sia maschile che femminile, dopo il Santos. Una grossa soddisfazione per Las Albitas, classificatesi seconde nel Gruppo C, giocatosi a Vitória e in semifinale grazie al posto di migliore seconda. Acquista senso, a questo punto, chiudere con le parole dell’allenatore del Colo-Colo José Letelier:

Sono felicissimo, è un torneo molto difficile da giocare la Libertadores. Le due squadre in finale hanno patito la stanchezza, ma quando uno è più convinto alla fine viene premiato. Ora, vogliamo condividere questo momento di allegria con le ragazze e con tutto l’ambiente, oltre che con le istituzioni che ci hanno appoggiato. Questo titolo è di tutti i cileni e del calcio femminile cileno, della gente che lavora per questo movimento. Quelli dell’ Everton, dell’U, del Catolica, del Audax, per citarne alcuni. Siamo tutti partecipi di questo. È il lavoro della selezione cilena. Tutti siamo parte di questo successo, non vogliamo escludere nessuno, anzi tutti devono sentirsi parte integrante di questo grande momento.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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