Basket, A1: La Dinamo prende un punto di troppo

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Sotto persino di 15 lunghezze, Sassari ce la stava per fare anche stavolta. Peccato (per chi ha a cuore i coloro biancoblù) che le rimonte non arrivano sempre e allora, dopo 4 quarti stupendi per gli appassionati di pallacanestro di tutta Italia, a godere è Varese, capolista che fa le prove di fuga. La banda di Sacchetti, nel pieno dell’impegno agonistico in Eurocup (questa settimana a Belgrado), incassa il secondo stop in campionato e rallenta un attimo.

Se non s’era parlato di miracolo da Settembre ad oggi, non si parli di sorpresa ora: Sassari questa è, quintetto fortissimo e panchina deboluccia, almeno per la massima serie. Pur con gli sforzi del presidente Sardara, il budget certo non è quello delle altre “big” della palla al cesto italiana e la classica coperta da qualche parte deve essere corta. A Thornton e compagni va dato atto, tra le altre cose, della naturalezza con cui stanno in campo, in qualsiasi palazzetto indossino canotte o calzoncini: Siviglia, Brindisi, Cantù o Varese poco conta, il basket di Sacchetti resta fedele a sé stesso. Labile è però il confine tra coerente e piatto e forse, ma lo diciamo a voce molto bassa, timidamente, un piano B ogni tanto aiuterebbe.

Un calderone di discorsi (che ricorda il “Non siamo i Lakers” che il numero uno sassarese ha intonato all’indomani del ko con Brindisi) questa Dinamo lo sta generando, spruzzando insieme proprio a Varese materiali ed energie fresche su uno sport che da noi ha grande tradizione ma stava diventando sempre uguale: Siena vinceva, le grandi aree metropolitane allestivano corazzate da secondi posti, con la ferita della “sparizione” di Treviso, un colpo al cuore dei tifosi di ogni colore.

Proprio l’ex squadra di Recalcati guida allora la rinnovata Serie A, torneo freschissimo e ora imprevedibile. Le certezze degli anni scorsi Siena non le ha più, Milano è un cantiere nervoso e discontinuo, Cantù ha pur sempre il doppio impegno. Secondo miglior attacco, primato consolidato proprio nel week-end del debutto da coach di Gianmarco Pozzecco (li ricordate i Roosters?), vicecapolista battuta, citando La Nuova Sardegna di oggi, “A un punto dalla storia. A un punto dalla vittoria più incredibile di tutti i tempi e da un ribaltone che avrebbe finalmente disegnato sul labiale di tutta Sassari la parola scudetto“.

Per Varese, Banks è il top scorer, seguito in doppia cifra da Ere, Polonara e Dunston. La squadra di Vitucci ha vinto nonostante le 13 palle perse e forse anche grazie al 32% sardo da oltre l’arco. Per la Dinamo, sugli scudi Thornton e Ignerski, con Drake Diener autore di 15 punti. Luci e ombre da Travis, autore di 11 assist ma per un attimo folle nella rinuncia al tiro in penetrazione decisivo. Non poteva farcela Vanuzzo e forse è giusto così: a Varese i 2 punti della fuga, a Sassari la rabbia agonistica per stendere Stella Rossa e Cremona. Al PalaWirlpool, hanno arbitrato i signori Chiari, Lo Guzzo e Martolini, 85-84 il finale, in uno splendido spot per la pallacanestro.

VARESE-SASSARI 85-84
Varese: Sakota 5, Banks 16, Rush 9, Talts 6, De Nicolao 5, Green 5, Ambrosini ne, Balanzoni ne, Bertoglio ne, Ere 15, Polonara 12, Dunston 12. All. Vitucci
Sassari: Devecchi, Thornton 23, Ignerski 19, Diener T. 10, Sacchetti B., Diener D. 15, Vanuzzo 8, Pinton, Di Liegro, Easley 9. All. Sacchetti R.
Arbitri: Chiari, Lo Guzzo e Martolini
Parziali: 22-18; 45-37; 68-55

 

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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