Ma tu te lo ricordi…. Moreno Torricelli?

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La storia del calcio è ricchissima di episodi, aneddoti, avventure, favole, miti. Quella che stiamo per raccontarvi è, a suo modo, un’impresa titanica, la bella fiaba di Cenerentola che diventa principessa, anche se il soggetto in questione non assomiglia proprio alla dolce fanciulla protagonista del cartone della Walt Disney. La storia calcistica di Moreno Torricelli è di quelle da libro cuore, il racconto di come un semplice magazziniere di una fabbrica di mobili incontra un giorno i suoi idoli, smette gli abiti dell’operaio e, quasi per magia, indossa i colori della Juventus, calzando quella scarpetta che lo renderà principe. Sì, perché fino all’età di 22 anni, il calcio “dei grandi” per Moreno era quello visto in televisione, ammirato dopo l’orario di lavoro o l’allenamento con la sua piccola Caratese; ma se i sogni son desideri, essi a volte si realizzano, incidendo nel grande libro del calcio  favole che avvicinano un po’ di più i miti del gioco del pallone agli esseri mortali.

Verano Brianza, Oggiono, Caratese: chi non abita in Brianza o non conosce quelle zone difficilmente conoscerà le squadre in cui Torricelli gioca fino all’incontro che gli cambierà la vita, per sempre. All’inizio degli anni ’90, il calcio per Moreno è un hobby, una passione da condividere con gli amici, da sfogare in campo su terreni di gioco polverosi di provincia, tra un campionato di Promozione ed uno di Serie D; il tutto fino a quando, nel 1992, la sua squadra, la Caratese appunto, gioca una partita amichevole contro la Juventus allenata da Giovanni Trapattoni. Una di quelle partite infrasettimanali, buone come allenamento per i professionisti, attese da una vita dagli altri, pronti a farsi scattare una fotografia con i propri idoli a fine gara o ad aspettarli per un autografo dopo la doccia. E’ in quest’occasione del il Trap nota quel terzino, grintoso e volitivo, tanto da volerlo con sé per un periodo di prova. Il camice da magazziniere è ormai lontano, la pausa pranzo della fabbrica un ricordo, i campi terrosi e pieni di buche appartengono al passato. Torricelli supera il provino ed entra a far parte a tutti gli effetti della rosa bianconera. Acquistato per 50 milioni di lire, diventa da subito titolare della squadra bianconera: sei anni indimenticabili, in cui l’operaio Moreno vince tutto tra scudetti, Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale. Fiorentina, Espanyol e Arezzo le tappe successive di una carriera che si concluderà amaramente, da disoccupato, ma il calcio non lo abbandonerà mai.

Geppetto, come veniva simpaticamente soprannominato, intraprende la strada da allenatore, cominciando dalla formazione degli esordienti regionali della Fiorentina. In seguito sederà sulle panchine della Pistoiese e del Figline in Lega Pro, due esperienze che, tuttavia, si concluderanno in malo modo, tra una retrocessione con gli arancioni toscani e l’addio dopo una sola stagione dall’altra squadra. Una storia che gli riserverà anche la tragedia della morte della moglie Barbara, scomparsa a soli 40 anni nell’ottobre del 2010 per un male incurabile. Chissà se la sua grande favola continuerà nel mondo del calcio; noi, nostalgici di un gioco che sembra essere scomparso nei meandri del vile denaro, lo speriamo. Intanto, sul nostro viso si disegna un piccolo sorriso, ripensando a come Geppetto è diventato grande, realizzando il sogno che, in fondo, è quello che accomuna ogni innamorato di questo sport.

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Michele Pannozzo
Michele Pannozzo
Nato a Fondi (LT) il 18 gennaio 1984, è laureato in Teoria della Comunicazione. Scozzese di adozione, vive a Edimburgo, dalla quale non smette di coltivare le sue sue maggiori passioni: il calcio e la scrittura.

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