E’ la notte del Principe. Strama mette ko la Juve: 1-3

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Per una volta il calcio ha smentito se stesso. Allo Juventus Stadium di Torino, l’Inter di Andrea Stramaccioni interrompe l’imbattibilità juventina. E’ un 36enne romano, praticamente alla prima stagione tra i grandi, a far crollare un fortino inespugnabile da ben 49 partite. I nerazzurri sono stati più forti degli errori arbitrali e di un destino che appariva malvagio: adesso è davvero un nuovo campionato.

UN INCUBO – L’avvio è scioccante, per tutti. Passano venti secondi e Vidal, servito in corsa da Asamoah, a porta spalancata batte Handanovic. Ma la moviola è subito impietosa: il vantaggio juventino è viziato da un netto fuorigioco del ghanese. Da quel momento in poi Tagliavento e i suoi assistenti, in particolare il guardalinee Preti e il giudice di porta Orsato, saranno influenzati per l’intera partita dall’errore. Nella scelta dei cartellini non si ravviserà più un determinato metro di giudizio. Ne traggono beneficio Lichtsteiner, che evita un’espulsione sacrosanta, e vari interisti i quali scampano fortunosamente al cartellino giallo.

LA CHIAVE E’ IL PRESSING – Seguono dieci minuti di netta marca bianconera, con l’Inter che non riesce a mantenere la giusta distanza tra i reparti e Marchisio che si incunea alla grande nei vuoti tra difesa e centrocampo avversari. Il numero otto di Antonio Conte si vede negare la gioia del gol da uno strepitoso Handanovic prima e dall’ostruzione di Ranocchia poi. Passata la bufera, la squadra di Stramaccioni riallaccia il filo con le prestazioni dell’ultimo mese: retroguardia altissima, con Juan Jesus che spesso esce dai blocchi per trasformarsi in un mediano aggiunto in fase di non possesso, e gli esterni Nagatomo e Zanetti che scalano benissimo sulla linea comandata da Samuel. I tre attaccanti non rientrano molto, ma aggrediscono bene i portatori di palla locali e non consentono alla Juventus di iniziare l’azione da dietro come di consueto. Lichtsteiner e Asamoah sono bloccati sulla difensiva, Pirlo è spesso infastidito da Milito: la porta nerazzurra non corre mai pericoli.

LA JUVENTUS REGGE – Barzagli, Bonucci e Chiellini, abituati a giocare uno contro uno, tengono in piedi la propria formazione grazie a quarantacinque minuti quasi impeccabili. Dove non arrivano loro, ci pensa Buffon: il portierone azzurro è bravo prima su Nagatomo e poi su Milito.

IL TRIONFO DI STRAMACCIONI – Il canovaccio del match non muta di una virgola nella ripresa. I padroni di casa non hanno sbocchi per la loro manovra offensiva, Vucinic è rimpiazzato da un evanescente Bendtner e per Marchisio e Vidal non c’è più spazio per inserirsi tra le linee. L’Inter attacca sempre con cinque uomini: i tre attaccanti, Cambiasso (bravissimo ad alzarsi e a guidare il pressing dell’intera squadra) e uno dei due esterni. Al 14′ l’episodio che cambia lo scenario: sugli sviluppi di un calcio di punizione dal limite dell’area, Milito è strattonato per la maglia da Marchisio. Tagliavento, per una volta, ne combina una giusta e indica il dischetto. Lo stesso Principe beffa Buffon con una rasoiata centrale a mezza altezza. E’ il colpo del ko, ancor più della successiva rete, perché fa crollare le certezze che la Juventus di questa sera stava faticosamente tenendo in piedi.

MILITO-PALACIO – C’è solo l’Inter in campo. Alla mezzora Milito (si, ancora lui), ribatte in rete una respinta di Buffon su una forte conclusione di Guarin dai venti metri. Il colombiano era da poco entrato al posto di Cassano: l’ex Porto sembra il Boateng del primo anno in rossonero, perché a gara in corso spacca le partite con la sua forza atletica. La Juventus si riversa in attacco ma, a parte due giocate interessanti di Bendtner e Pirlo, nessuna trama è buona per infastidire Handanovic. Così, in contropiede, Palacio sfrutta un vuoto nella difesa bianconera e manda il popolo nerazzurro in Paradiso. E’ ‘definitivamente rotto l’incantesimo. Giù il cappello per Andrea Stramaccioni, che ha preparato alla grande il match ed ha accettato i duelli individuali in ogni zona del campo. A parità di abnegazione tattica, la differenza la fanno i fuoriclasse d’attacco. Giovinco e Bendtner possono mai essere paragonati a Milito, Palacio e Cassano?

JUVENTUS-INTER 1-3 (1-0)

Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (38′ Caceres; 78′ Quagliarella), Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic (46′ Bendtner), Giovinco. A disp.: Storari, Lucio, Pogba, De Ceglie, Padoin, Giaccherini, Isla, Matri, Marrone. All.: Conte.
Inter (3-4-3): 
Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Zanetti, Gargano, Cambiasso, Nagatomo; Palacio, Milito (79′ Mudingayi), Cassano (69′ Guarin). A disp.: Castellazzi, Belec, Silvestre, Alvarez, Pereira, Mbaye, Duncan, Livaja. All.: Stramaccioni.
Arbitro:
 Tagliavento di Terni.
Marcatori:
1′ Vidal (J), 59′ rig. Milito, 75′ Milito (I), 90+1′ Palacio (I).
Note: Ammoniti: 
Lichtsteiner, Pirlo, Chiellini, Bonucci (J), Samuel (I).

Francesco Loiacono
Francesco Loiacono
Scrive per "Il Quotidiano della Calabria" e "Il Crotonese". Classe '92 ma già con una discreta esperienza alle spalle: ha collaborato con diversi siti internet e anche con la romana Radio Ies. Tra i superstiti del primo MP.

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