Il River domina, ma nel finale il Boca Juniors gela il “Monumental”

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C’era l’attesa del grande evento. La discesa negli inferi dei “Millonarios”, e l’assenza forzata del “Superclasico” nella scorsa stagione, non hanno fatto altro che alimentare ancor di più la spasmodica suspense per il ritorno della Partita del calcio argentino. Come sempre, spettacolo in campo e sugli spalti. E, per fortuna, nessun incidente all’interno e all’esterno dell’impianto del River.

TREZEGUET PRESENTE, CHAVEZ AL POSTO DI FERNANDEZ Pochi dubbi alla vigilia sulla formazione da mandare in campo per Falcioni,  con il solo dubbio riguardante il ballottaggio Sanchez-Fernandez, risolto in favore del “Pochi”. Nel River, invece, Almeyda recupera Trezeguet  che prende il posto del “Chino” Luna  e viene affiancato in avanti da Mora. Dentro Mercado al posto di Pirez. In panchina Funes Mori. Neanche convocato Lanzini. Moduli speculari per le due squadre, schierate con  il 4-4-2.

Entrambi i tecnici si giocano molto: il “Pelado”, già aspramente criticato da parte della tifoseria biancorossa, e a un passo dall’esonero prima della vittoriosa trasferta di Sarandi, cerca sin dall’inizio della settimana di caricare la propria squadra, ricordandogli il peso della maglia che indossano. Dall’altra parte Falcioni è al passo d’addio, ma non rischierebbe nulla anche in caso di sconfitta. Per la prossima stagione la dirigenza bochense ha già deciso: Martin Palermo allenatore e il “Pato” Abbondanzieri preparatore dei portieri. Si gioca così sul filo dei nervi e dell’equilibrio il 189° “Superclasico” della storia.

SUBITO PONZIO, BOCA IN CONFUSIONE Agli ordini di Pablo Lunati (ormai miglior fischietto d’argentina, dopo le deludenti prove di Pitana) si gioca in un “Monumental” gremito in ogni ordine di posto. Il River Plate mette in campo subito la proverbiale “garra” da derby argentino. Passano due minuti e Ponzio ha a propria disposizione un calcio di punizione dai 30 metri, tutto spostato sulla sinistra:  memore della prodezza contro il Godoy Cruz, dalla stessa mattonella prova a calciare in porta: Orion buca clamorosamente l’intervento e la partita si apre subito. Il delirio sugli spalti stordisce gli “xeneizes”, immobili per i successivi 20 minuti di gioco. La squadra di Almeyda continua a spingere a mille e guadagna calci di punizione in serie e ammonizioni per gli avversari ( gialli per Silva, Viatri e Sanchez Mino). In mezzo, due cambi obbligati per il tecnico del River, che deve sostituire prima Sanchez e poi Sebastian Aguirre. Entrano in campo Pirez e Rojas.

Falcioni in panchina appare visibilmente contrariato per lo spettacolo offerta dalla propria squadra, in balia dei padroni di casa per interi tratti di gara. Non cambia nulla però la “Gata” . Si va all’intervallo, dopo che il River spreca un paio di buoni contropiedi con Mora e Trezeguet, incapaci di gestire negli spazi ottime situazioni di ripartenza. Il Boca non calcia mai in porta. Al River può andar bene il minimo scarto.

RIVER IN CONTROPIEDE, BOCA AL PALO

La ripresa comincia sulla falsariga del primo tempo. Ma i ritmi infernali dei “Millonarios” vanno via via scemando. Il Boca prova ad alzare il baricentro, ma continua a giocare in orizzontale, senza mai provare la giocata tra le linee e, soprattutto, non calciando mai tra i pali di Barovero, spettatore non pagante dell’incontro. Manca un organizzatore di gioco, un dieci puro. Un Riquelme per intenderci. Gli uomini di Almeyda tengono splendidamente il campo, ma non pungono con le ripartenze. Ci si avvia verso un finale dai contenuti agonistici comunque elevatissimi, con entrambe le squadre a picchiar duro a centrocampo.

MORA GOL, CUORE BOCA La prima vera ripartenza della ripresa si tramuta in gol per il River: Rodrigo Mora taglia in due la difesa ospita, si defila e calcia in rete quasi dalla linea di fondo.2-0 per gli uomini con la banda. Sembra fatta. Lo spettacolo del campo potrebbe lasciare spazio solo a quello sugli spalti, ma un episodio è dietro l’angolo. Lancio lungo della disperazione dalle retrovie di Burdisso, sponda di petto di Silva marcato in modo superficiale da Pezzela e  inserimento di Acosta ( subentrato nella ripresa al posto di Clemente Rodriguez) scalciato da Pirez: rigore per gli “xeneizes” e giallo per il difensore.  Dal dischetto il “Tanque” Silva riapre alla sua maniera la partita, di potenza. I fantasmi del passato sembrano riecheggiare di nuovo sul popolo di Nunez. Non è finita. Si va fino alla fine con il cuore in gola, fino all’ultimo centimetro.

MAGIA DELMAGO”, BEFFATO IL MUNUMENTAL Gli uomini di Almeyda falliscono al 90° il gol della sicurezza con Trezeguet che calcia male e fa ripartire l’azione “Azul y oro”; sul capovolgimento di fronte Silva fa ancora una volta la sponda per l’inserimento centrale questa volta di  Walter Erviti, che brucia Barovero in uscita e manda in estasi la “Doce” itinerante. La beffa per il River si materializza a tempo scaduto. C’è solo il tempo per centrare il pallone. I rimpianti da una parte e la gioia incontenibile dall’altra, mandano in archivio un altro straordinario, intenso e  vibrante  “Superclasico”.

RIVER PLATE-BOCA JUNIORS 2-2

River Plate ( 4-4-2): Barovero, Sanchez, Bottinelli, Pezzela, Mercado, Auguirre (14′ Rojas), Cirigliano, Ponzio, Arcosa, Trezeguet, Mora (87′ Funes Mori). All.: Matias Almeyda.
Boca Juniors ( 4-4-2): Orion, Albin, Schiavi, Burdisso, Clemente Rodriguez (46′ Acosta), Chavez (80′ Paredes), Somoza, Erviti, Sanchez Mino (68′ Collazo), Viatri, Silva. All.: Julio Cesar Falcioni.
Marcatori: 2′ Leo Ponzio (R), 70′ Rodrigo Mora (R), 76′ rig. Santiago Silva (B), 90′ Erviti (B).
Note: Ammoniti Mercado, Aguirre M., Funes Mori (R), Burdisso, Sanche Mino, Santiago Silva, Somoza, Viatri, Rodriguez (B).

 

 

 

 

 

Luciano Savarese
Luciano Savarese
Nato a Terracina il 1° febbraio 1989. Amante di tutto ciò di sferico che rotola su un campo rettangolare. Collaboratore presso diverse testate giornalistiche, sportive e non. Studia Lettere alla Sapienza di Roma.

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