Nazionale, Abete: “Caso Ranocchia diverso da Criscito”

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La situazione di Ranocchia è diversa da quella di Criscito prima degli Europei“. Così Giancarlo Abete presidente della Federcalcio, durante il volo che ha portato la nazionale azzurra in Armenia, ha fatto il punto sulla presenza del difensore Inter in Nazionale, mentre tornano le notizie di una sua iscrizione nel libro degli indagati per l’inchiesta calcioscommesse di Bari.
Ranocchia – ha aggiunto Abete – come altre giocatori sarebbe indagato, e quando è stato ascoltato dai pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma ricordo che questo è un istituto di garanzia, non una presunzione di colpevolezza. Per Criscito la situazione era diversa: avvenne un blitz a Coverciano, ci fu una perquisizione a casa, tutto in diretta rispetto a una convocazione per l’europeo che scadeva il giorno dopo. La pressione sul ragazzo era fortissima, e avrebbe rischiato di schiacciare lui e il gruppo all’europeo”.

In definitiva, il ragionamento della Federcalcio è che non può bastare essere indagati per l’automatica esclusione dalle convocazioni azzurre. Non solo per la presunzione di innocenza, ma anche per i tempi della giustizia. “Non possiamo come tesserati del calcio chiedere un iter accelerato rispetto a tutti i cittadini” ha aggiunto Abete, commentando le parole di Chiellini che ha oggi ha parlato di tempi per la giustizia ordinaria troppo lunghi. “D’altra parte c’é un prezzo che noi paghiamo, anche per colpe nostre. Le prime notizie dell’inchiesta calcioscommesse di 14 mesi fa: non sarebbe concepibile fermare un tesserato per tutto quest’arco di tempo, in presenza di una presunzione di innocenza. D’altra parte – ha concluso Abete – la giustizia sportiva è a valle e non a monte di quella ordinaria: nel caso di Calciopoli dopo sei anni imputati che sono ricorsi al rito abbreviato sono al secondo grado. E come tutti i cittadini, resto sorpreso quando qualche persona viene arrestata e dopo qualche mese è in libertà senza conseguenze”.
Vito Coppola
Vito Coppola
Telecronista e opinionista radio/TV, già a SportItalia e addetto stampa di diverse società. Non si vive di solo calcio: ciò che fa cultura è la fame di sapere, a saziarla il dinamismo del corpo e del verbo.

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