La quiete dopo la tempesta

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La stagione delle due milanesi era iniziata male, anzi malissimo. Accomunate da un mercato a dir poco rivoluzionario, la sponda rossonera di Milano ha dovuto affrontare il periodo post Ibra e Thiago Silva, due pedine inamovibili dello scudetto conquistato due stagioni fa. L’Inter è stato invece alle prese con il suo anno zero; ceduti molti veterani per puntare su giovani giocatori o scommesse stile Fantantonio. Sembrava l’inizio di un lungo calvario, fatto di poche vittorie, tanti pareggi e molte sconfitte. Invece è cambiato qualcosa per le due rappresentative meneghine, una reduce dalle vittorie con Chievo e Fiorentina, l’altra da un pareggio tutt’altro che entusiasmante a Parma e da una bella vittoria in Champions League contro lo Zenit di Spalletti.

Stramaccioni ha ragione dicendo che la sconfitta maturata in casa contro il Siena ha fatto bene al gruppo. Tutti si sono sentiti in discussione, tutti hanno cercato di lavorare intensamente per raggiungere un obiettivo ragionando di partita in partita. Basta proclami scudetto e di anti-Juve, solo tanta sostanza e bel gioco. Oddio, non sempre eh, perchè della trasferta veneta c’è da salvare soltanto il risultato, ma la prestazione della squadra contro la Fiorentina è stato un segnale. Anzi il segnale che i giocatori hanno mandato a loro stessi, per convincersi che tutto sommato quella contro il Siena non poteva (e soprattutto non doveva) essere la nuova Inter.

Il Milan, tuttavia, in campionato continua a deludere fortemente. La classifica parla chiaro, 7 punti arrivati dopo 2 vittorie, 1 pareggio e ben 3 sconfitte. Gli stessi punti del Pescara. El Shaarawy non potrà tirare la carretta per tutto il campionato, serve come il pane il ritorno in campo di Pato, sperando che non si ripeta quel copione ormai scontato, ossia tanti gol al rientro per poi tornare nella categoria ‘indisponibili per infortunio’. In Champions ieri sera si è visto un Milan a due facce: ha iniziato e finito bene la partita, ma in mezzo ci sono stati momenti di panico in cui lo Zenit è addirittura riuscito a pareggiare un incontro già chiuso. Il risultato è di quelli importanti però, che servono sia in chiave classifica sia a dare fiducia a un ambiente sovraccarico di pressioni mediatiche.

La banda di Stramaccioni questa sera sarà attesa da una trasferta molto delicata, non tanto per le ‘qualità’ del Neftchi (che comunque nelle partite casalinghe europee è imbattuto dal 1999) ma per la distanza della trasferta. Più di 3000 chilometri separano Milano da Baku, capitale dell’Azerbaijan, e domenica c’è il derby. Logisticamente sarà complicato sia per l’Inter che per il Milan cercare di organizzare gli allenamenti nei giorni precedenti a domenica, ma siamo sicuri che questo non influenzerà per nulla la spettacolarità della stracittadina; negli ultimi anni ci ha regalato tanto spettacolo, vedremo se quest’anno si riuscirà a replicare quel 4-2 pirotecnico dello scorso maggio.

Può essere la svolta almeno per una squadra. Dovesse essere il Milan a spuntarla, di certo la classifica tornerebbe a sorridere (in previsione coppe europee). Se a farlo, però, fosse l’Inter di Stramaccioni, avremmo trovato una nuova squadra per la lotta al tricolore. Forse.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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