Esordio con clean-sheet per Jùlio César, amalgama che migliora per il tutto il QPR. In una partita che farà discutere soprattutto per quanto è successo nel prima (mancata stretta di mano di Anton Ferdinand a John Terry, dopo il caso del procedimento per abusi razzisti) piuttosto che durante i 90′ di gioco, Queen’s Park Rangers e Chelsea si sono divisi la posta in palio, mancando la creazione di occasioni memorabili e forse è giusto così. Molti gli ex di giornata (il più fresco di tutti Bosingwa), col Chelsea ancora da decifrare.
Nei primi 45 giri di lancette, i 18000 di Loftus Road si sono goduti la classica delle gare di Premier League, con entrambe le compagini intente a fare gioco a partire dal ritmo. Certo, gli uomini sia di Hughes che di Di Matteo spesso e volentieri mancavano nella concretezza al momento dell’ultimo passaggio, ma s’è fatto apprezzare il perenne tentativo, a partire dai centrocampisti centrali, di giocare palla al piede e in velocità. A predicare a ritmi alti, spesso si razzola poco o niente, nonostante il conto segnali almeno un paio di contatti dubbi nell’area di rigore dei padroni di casa.
Dopo il riposo, Bosingwa e compagni prendevano coraggio, mancando però di creare reali pericoli a Cech. Lo stesso Granero, che pure nel QPR dovrebbe prendere l’iniziativa, spesso si perdeva in un bicchier d’acqua, coi Blues abili a chiudere e ripartire. Hazard e Torres, per converso, mal si son trovati l’uno con le giocate dell’altro e l’occasione di Hazard stesso all’86’, dopo una corsa a destra dell’appena entrato Moses chiudeva uno 0-0 buono per gli Hoops soprattutto.
A bocce ferme, la sensazione è che molti dei calciatori acquistati da Hughes – in particolare quelli arrivati da club più blasonati – necessitino di ancora più tempo per adattarsi al nuovo ambiente: fare calcio a un livello medio-basso è diverso dal fare la Champions League.
QPR-CHELSEA 0-0