Il punto sulla Serie A: giornata 1

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Diciamocelo, la facilità con cui la Juventus, nel secondo tempo della partita contro il Parma, ha portato a casa i 3 punti ci ha spaventato, almeno un po’. Per fortuna, sia per noi spettatori che per il campionato stesso, almeno due risposte sono prontamente arrivate. Inter e Napoli, infatti, hanno lasciato intendere che non partono assolutamente battute e che daranno del filo da torcere ai campioni in carica bianconeri. Chi, invece, ha steccato la prima uscita stagionale è il Milan, sconfitto a San Siro dalla neopromossa Sampdoria palesando problemi tecnico-tattici non risolvibili con il semplice acquisto del figliol prodigo Kakà.

Mercato fin qui altamente insoddisfacente, quello dei rossoneri, che hanno addirittura dovuto cedere – per richiesta esplicita del giocatore – Cassano ai cugini nerazzurri, che hanno subito approfittato del talento di Bari vecchia schierandolo titolare con Milito e Sneijder. La scelta di Stramaccioni ha dato i suoi frutti, visto il 3 a 0 rifilato a Pescara alla squadra di casa. Ma è il gioco dell’Inter, più del risultato, ad impressionare chi la guarda. La ritrovata solidità difensiva, la dinamicità a centrocampo dettata da Gargano e Guarìn e la classe immensa di cui dispone in attacco fanno sì che i nerazzurri siano una reale antagonista della Juventus schiaccia sassi che abbiamo visto finora, tra prima di campionato contro il Parma e Supercoppa contro il Napoli.

Napoli che, in realtà, già nel primo tempo di Pechino aveva dimostrato di saper reggere l’urto dell’ondata bianconera e che domenica sera ha legittimato ancora di più il ruolo da protagonista per questa nuova stagione appena iniziata. La vittoria a Palermo per 3 a 0 è sintomo di grande coesione, ottima tattica e perfetta condizione fisica. Cavani è, probabilmente, il vero top player di questa serie A rimasta orfana di Ibrahimovic, Thiago Silva e Lavezzi: attacca, difende, imposta e realizza. Nessuno come lui. Non appena Mazzarri riuscirà a trovare la giusta collocazione per Insigne, altro potenziale fenomeno, allora davvero il Napoli potrebbe riuscire a fare il salto decisivo.

Proprio quel salto che, come anticipato, non è ancora riuscito al Milan di Massimiliano Allegri, incapace di trovare la quadratura del cerchio dopo il mercato rivoluzionario che ha visto partire senatori e top player. La sconfitta contro la Sampdoria a San Siro è solo l’ovvio risultato di una squadra costruita con poca logica, oltre che con pochi soldi. Più che nei fuoriclasse, i rossoneri mancano nei leader, in quei giocatori capaci di prendersi sulle spalle la squadra e di portarsi dietro anche i compagni più timorosi. Ce ne vorrebbe almeno uno per ruolo. Fermo restando, però, che lo stesso Allegri può tirare fuori dalla rosa attualmente a disposizione molto di più di ciò che si è visto domenica pomeriggio. Di sicuro, continuando così, non si andrà lontano.

Chi, invece, punta ad andare molto lontano ma è inciampata dopo solo un passo è la nuova Roma di Zeman, fermata sul pareggio casalingo da un ottimo Catania. E’ pur vero che i due gol dei siciliani sono arrivati entrambi da situazioni di fuorigioco, ma la facilità con cui la Roma ha offerto il fianco alle ripartenze della squadra di Maran è stata a tratti imbarazzante. La bellezza di gioco espresso vista durante il precampionato è svanita di colpo oppure è stato solamente un caso? Staremo a vedere, di sicuro c’è che il lavoro degli esterni offensivi (Totti e Lamela troppo estranei dal gioco) e di quelli difensivi (Balzaretti e Piris mai perfettamente in posizione sugli attacchi catanesi) va sistemato, e anche in fretta.

La seconda di campionato, infatti, vede l’Inter aspettare i giallorossi a San Siro e, con questa Juve che non aspetta niente e nessuno, non ci si può permettere di perdere altri punti preziosi. Il giovane Stramaccioni avrà il compito di affrontare e battere il vecchio Zeman, in una gara che vedrà due stili e due generazioni a confronto. Una gara che ci potrà dire se questa Inter è già pronta per questa Juve.

Francesco Mariani
Francesco Mariani
Twitter addicted, vive di calcio. In campo è convinto di essere Pirlo, ma in realtà è un Carrozzieri qualunque. Per lui il trequartista è una questione di principio.

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