Scuse per un banner

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Quando si commette un errore, è buona regola ammetterlo, spiegare le proprie ragioni e dare informazioni sull’accaduto. Magari anche con qualche notizia utile per rimediare. E porgendo le proprie scuse.

Ci è giunta notizia che alcuni lettori, visitando il nostro sito tramite dispositivo mobile (iPhone o con sistema Android), dopo avere cliccato su un banner pubblicitario (o, nel caso di un nostro redattore che si è prestato a una verifica, senza neppure avere cliccato su nulla), abbiano ricevuto un SMS con un testo come questo: «UAUACLUB: Ecco il link per scaricare il tuo contenuto», più un link cui non ritengo sia opportuno fare ulteriore pubblicità; il testo del messaggio si conclude con «Collezionali!Xinfo e costi» e un altro numero che è meglio far finta di non avere visto.

Avevamo venduto un banner (per una cifra minima) ad un partner; questo spazio pubblicitario “incriminato” ci aveva già dato problemi, nelle settimane scorse (rallentando l’accesso al sito, e non solo), ed era stato disattivato, con l’accordo di rimetterlo con il nuovo mese, una volta che si fossero risolti i problemi tecnici di chi se lo era comprato (cioè: del nostro partner pubblicitario, cui non desidero fare pubblicità).

E così abbiamo fatto, nella beata ingenuità di chi pensa che le cose si facciano con deontologia, etica, professionalità.

È evidente a tutti che una iniziativa del genere (invio di SMS agli utenti), da parte del nostro (ormai ex) partner pubblicitario, è fatta in barba a molte cose, non esclusa la privacy: vero che il numero di cellulare non è un dato sensibile (ma è comunque un dato personale), vero che cliccando su un banner si scarica la responsabilità sull’utente… ma a tutto c’è un limite.

Non è mai stata la nostra politica (e mai lo sarà, almeno finché io sarò vicedirettore) quella di sfruttare l’ingenuità dei nostri lettori. Men che meno di giocarci il nostro pubblico con trucchi del genere.
Siamo un sito giovane (abbiamo meno di nove mesi di vita), e stiamo cercando di costruirci la nostra platea: siamo comunque responsabili di non avere evitato un disguido del genere, ma state certi che abbiamo ricevuto un colpo basso noi per primi.

Se qualche lettore fosse stato disturbato da questo messaggio, e avesse paura di avere sottoscritto (con soltanto un clic!) un servizio a pagamento, posso solo consigliare di chiamare il proprio gestore telefonico e chiedergli di verificarne l’esistenza effettiva e di disattivare ogni servizio (sgradito) di questo genere. Per quanto riguarda noi, abbiamo già chiesto la cancellazione immediata di tutti i numeri di cui i proprietari del banner siano venuti in possesso con questo stratagemma.

Detto tutto questo, rimangono da dire poche cose: nelle ultime ore abbiamo rotto i ponti con il nostro (ex) partner pubblicitario, e non abbiamo la minima intenzione di riaprirli. Non lasceremo nulla di intentato per far valere i nostri diritti, e quelli dei nostri lettori, che erano, sono e rimangono l’unica cartina al tornasole del successo del nostro progetto.

Siamo un sito nuovo, con una redazione composta quasi esclusivamente da ragazzi meno che trentenni; speriamo tutti che ci possiate perdonare qualche errore di gioventù. O, come in questo caso, una valutazione sbagliata, della quale non possiamo non scusarci.

Pietro Luigi Borgia
Pietro Luigi Borgia
Cofondatore e vicedirettore, editorialista, nozionista, italianista, esperantista, europeista, relativista, intimista, illuminista, neolaburista, antirazzista, salutista – e, se volete, allungate voi la lista.

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