Riscone, Zeman: “Lavoriamo per competere con le big”

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Prima conferenza stampa a Riscone di Brunico per Zdenek Zeman che ha spiegato la situazione attuale dei giallorossi, tra fatica negli allenamenti e un mercato che ancora deve decollare: “Noi siamo qui in ritiro per lavorare, per prepararci per la stagione. E’ normale che si fatichi, la Valtur sarebbe stata diversa. C’è poi chi sopporta meglio, chi peggio, l’importante è che si lavori”.

La difesa è il reparto che lascia maggiormente perplessi. Juan e Heinze potrebbero far parte più del passato che del futuro, a destra ci sono delle lacune. E’ facile lavorare senza avere una situazione chiara?
“Il mercato è iniziato ora. In due mesi c’è tanto tempo per fare gli spostamenti. I giocatori che sono qui sono tutti bravi, chi vuole cambiare non troverà difficoltà. Io non ho problemi, come numero ho due difensori, bastano e avanzano. Poi ovviamente proveremo a rafforzarci”.

Sabatini ha detto che Zeman non è il nostro scudo. Si è mai sentito tale?
“No, mi sento l’allenatore. Sono a disposizione della società per lavorare sulla squadra, questo è il mio compito. Le responsabilità poi è normale che ricadano sul tecnico e io me le prendo”.

L’anno scorso la squadra ha faticato molto nei secondi tempi. Come ha trovato in questi primi giorni?
“E’ difficile fare valutazioni, non c’ero l’anno scorso. Non conoscendo la situazione è difficile giudicare. Poteva essere un problema fisico, mentale, non posso giudicare”.

Come stanno reagendo ora i giocatori?
“Hanno cambiato abitudini, qualcuno sofre di più, altri di meno, per ora non ci sono problemi anche perché prima di iniziare gli impegni ufficiali saremo tutti a posto”.

Sente l’effetto Zeman? L’entusiasmo dei tifosi?
“Sì e sarò più contento se faranno lo stesso a fine stagione. Spero ci saranno più gioie che dolori”.

Totti ha già deciso dove farlo giocare? Quali sono stati i criteri per la convocazione?
“Totti l’ho visto crescere, per me è sempre Totti: magari fisicamente non sarà più quello, sulla posizione dovrò vedere dove può servire di più alla squadra. Sui criteri di scelta: fuori sono rimasti giocatori della Primavera che sono da mandare a farsi le ossa fuori, non credo ci siano altri giocatori fuori rosa. Crescenzi? Era abbastanza vicino a un trasferimento”

Qual è la sua definizione di top-player? Se ne aspetta uno?
“Conosco la definizione, si è inventato questo termine per definire i giocatori che costano tanto. Per me non conta quanto costano ma quanto possono essere utili. Il top-player è chi può fare la differenza in campo, non se costa 20 milioni in più”

Osvaldo come l’ha trovato? Tachsidis una sua richiesta?
“Osvaldo l’ho trovato migliorato rispetto a Lecce, nei test è stato sempre il migliore: fisicamente ce l’ha. Su Tachtsidis: è un giocatore che mi ha impressionato”

Chi l’ha impressionata nella Roma?
“Ancora nessuno, per ora stiamo facendo delle passeggiate nei boschi che voi dite sia lavoro duro, per me non lo è. Florenzi e Bertolacci? Sono da valutare, hanno qualità ma vediamo se sapranno dimostrarle”

Ranieri ci disse che ormai la preparazione la poteva fare anche un verduraio. E’ d’accordo? Quanto è importante per lei in percentuale?
“Calcio è bello perchè è vario, per me la preparazione è alla base. Un giocatore bravo tiene la palla 3′ sul piede, gli altri minuti che fa? Deve avere corsa, resistenza…a dare un calcio alla palla son capaci tutti, problema è di trovare i ritmi giusti, i movimenti”
 
Domani vedremo qualcosa del suo calcio?
“Di calcio non abbiamo parlato, voglio vedere come si comportano”

Negli ultimi anni la piazza si è abituata bene, lei cosa si aspetta dalla stagione? Ci sono squadre molto più forti della Roma?

“Personalmente voglio competere con tutti, giocarmela con tutti e cercare di fare risultato, sia con la Juventus, con il Milan, con l’Inter che con il Pescara. Il campionato comincia per tutti a 0 punti, il cammino si costruisce pian piano”.

C’è una gerarchia nei portieri?

“Il posto bisogna conquistarselo sul campo, voglio che i giocatori mettano in pratica quello che facciamo in allenamento”.

Si è parlato tanto della terza stella della Juventus.

“Strano che mi chiedete ancora questa cosa (ride ndr). Ho già dato la mia opinione, sono quelli che sono stati assegnati, ma leggendo qualche libro penso che 28 siano già troppi”.

Dario Camerota
Dario Camerota
Nato a Formia l’11 aprile 1991, grande appassionato di giornalismo sportivo. Segue con molto interesse il calcio nazionale ed internazionale, è molto attento alle trattative di calciomercato. MondoPallone è la sua occasione per crescere.

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