Chiudere una stessa trattativa in due modi diversi: il nostro calcio è anche questo

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L’anno scorso l’Udinese si è privata di tre dei suoi pezzi da novanta, Zapata, Inler e Sanchez, che avevano contribuito in modo fondamentale al raggiungimento del quarto posto in campionato che significava preliminari di Champions League. Nessuno dei responsabili dell’ufficio stampa e della web tv si è mai sognato di pregare in ginocchio patron Pozzo di non vendere i tre giocatori. Stessa cosa, per esempio, all’Inter quando Moratti ha venduto Eto’o, o alla Juventus quando Andrea Agnelli ha annunciato l’addio ai colori bianconeri di Del Piero senza chiedere il parere al diretto interessato.

Al Milan invece è accaduto: il canale tematico rossonero ha mandato in onda una foto del presidente Silvio Berlusconi con Thiago Silva con la didascalia: “Presidente, noi la preghiamo: lo tenga!”. Il giorno dopo ecco il miracolo: Thiago Silva non va al Paris Saint Germain dopo che Adriano Galliani era addirittura andato nella capitale francese per incontrare Leonardo e chiudere la trattativa e dopo che Berlusconi aveva dichiarato che la cessione del difensore brasiliano era necessaria per sistemare i conti. Contenti tutti quindi: Silvio Berlusconi, che mette in mostra di nuovo il suo “cuore rossonero”, Adriano Galliani, che definisce la decisione dell’ex premier “un atto di eroismo”, Barbara Berlusconi, contraria da subito alla cessione di Thiago Silva, Milan Channel e i tifosi che grazie all’adorato Silvio hanno ancora il loro fuoriclasse della difesa, e soprattutto Thiago Silva, che va bene che il Milan è una grande famiglia e una società che ti entra nel cuore eccetera eccetera ma che adesso andrà a battere cassa per un aumento dell’ingaggio.

Questa vicenda ha un clamoroso precedente, e cioè la mancata cessione di Kakà al Manchester City nel gennaio 2009. Anche allora la società comincia parlando di “offerta irrinunciabile”, la trattativa è già ben avviata con tanto di arrivo degli uomini del City a Milano, ma all’improvviso accade il miracolo: Kakà resta. E anche allora via con le solite frasi mielose. Kakà: “Tutti i messaggi che mi arrivavano dicevano di scegliere con il cuore e penso che alla fine questa scelta è stata così. Non è assolutamente economica”. Berlusconi: “È una vittoria di Kakà. È stato lui che ha resistito ed io sono felice che il Milan abbia l’onore di schierare tra gli uomini migliori un uomo come lui”. Galliani: “Ha prevalso il cuore sulla ragione. I tifosi devono ancora una volta ringraziare il presidente Berlusconi per questo sforzo economico perché era una forte tentazione davanti a una cifra da strarecord del mondo”. Il sito del Milan: “Il nostro Ricky resta con noi! E’ l’unica cosa che conta. L’amore dei milanisti ha vinto alla grande. Grazie Presidente! Grazie Kakà! Forza Milan!”. Tutto identico a oggi o quasi, di diverso c’erano solo le proteste dei tifosi sotto la sede di via Turati e la preghierina al presidente alla quale Milan Channel non aveva ancora pensato, ci avevano invece pensato altre frange di tifosi che erano andati a pregare di restare Kakà sotto la sua abitazione. Tuttavia nell’estate successiva niente più ragioni di cuore o scelta non economica, Kakà passa al Real Madrid a peso d’oro.

Succederà la stessa cosa con Thiago Silva? E perché inscenare questi spettacoli che all’inizio prevedono la vendita di un pezzo da novanta del Milan a un club estero non particolarmente forte a livello europeo come era nel 2009 il Manchester City e come è oggi il PSG e che poi finiscono col suddetto pezzo da novanta che resta in rossonero tra la felicità generale? La risposta potrebbe essere che Berlusconi deve tenersi buoni i suoi tifosi e assecondarne i desideri anche per riceverne consensi elettorali, di cui soprattutto in questo momento ha tremendamente bisogno, e così vanno in scena queste curiose vicende dalle quali il suo “cuore rossonero” esce ulteriormente ingigantito. Pozzo, Moratti e Agnelli invece non devono pensare a queste cose e quando per ripianare i conti decidono di sbarazzarsi di un loro giocatore, chiunque esso sia, lo fanno, con buona pace dei tifosi defraudati del loro miglior giocatore (Eto’o) o privati della loro bandiera (Del Piero), se poi i risultati della squadra sono migliori, vedi l’Udinese di quest’anno che senza Sanchez, Inler e Zapata si è migliorata di un gradino rispetto all’anno scorso, tanto meglio.

(Fonte: Sportitalia.com)

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