Se vi addentrate in Curva Sud nel cuore della tifoseria romanista oppure nello storico quartiere Testaccio, il fulcro giallorosso della capitale per eccellenza, e provate a chiedere del go’ de Turone, riceverete sempre la stessa risposta: “Era Bono!”. Vi dirà così anche chi quel maggio del lontano 1981 non era nato o non sapeva ancora cosa fosse un fuorigioco. Un episodio che nel tempo è stato tramandato insieme alla fede e ha mantenuto viva la rivalità sportiva verso la Vecchia Signora.
Sono passati trentanni, il calcio è cambiato e si è evoluto come tutto il mondo che lo circonda. Il calcio si è globalizzato, al bar dello sport non ci si limita più a parlare di serie A. Ora ci si interroga sul futuro di Guardiola del Barcellona, si esulta per le vittorie del Real Madrid o del Manchester City. Ai discorsi su catenaccio, possesso palla o pressing si sono aggiunti quelli finanziari al punto tale da costringere qualcuno a rinuciare alla rosa della Gazzetta dello sport e a preferire il color salmone del “Sole 24 Ore”.
In questo clima anche il “go’ de Turone” si è dovuto fare da parte per lasciare spazio al recentissimo “gol di Muntari”. Una clamorosa svista arbitrale che rischiamo di portarci avanti per un po’ di tempo e che ha spezzato l’armonia pacifica creatasi tra le due big Juventus e Milan. Una lotta in campo e a colpi di microfono con dichiarazioni speziate che sanno di accusa. A 180′ dal termine di un campionato improvvisamente riaperto dalla papera di Buffon, ci prepariamo a vivere una domenica decisiva, strana per certi versi. E’ difficile, infatti, abituarci a un derby della Madunina giocato nel finale di campionato e sopratutto a uno spezzatino alla penultima giornata quando in passato gli ultimi quattro turni erano stati rigorosamente disputati alla stessa ora. Il calcio però è diventato questo, schiavo degli ultrà per i media quando invece le vere catene sono state imposte dai soldi e dalle televisioni che da qualche anno impongono le loro volontà. I presidenti imprenditori ovviamente non possono rifiutare, accettano tutto, qualsiasi orario, salvo poi lamentarsi e protestare contro l’irregolarità del campionato. Prepariamo dunque a questi ultimi 180′ con la speranza che il principale protagonista sia il calcio giocato.