Juve, la forza è il centrocampo

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Sono andati tutti e tre a segno, i centrocampisti titolari della Juventus, contro la Roma: Arturo Vidal due volte, una ciascuno Pirlo e Marchisio. Il cileno ex Bayer Leverkusen, fin qui, ha messo a segno sei reti, il bresciano ex Brescia, Reggina e milanesi ne ha totalizzate la metà del compagno (tre), il terzo, invece, la somma (nove). In tutto fanno 18 gol con una media di 6 a testa. Qui sta la differenza con il Milan: i bianconeri hanno più idee e facilità di manovra.

PIRLO: Secondo voi, da chi parte il gioco della squadra di Antonio Conte? La risposta è una sola: Pirlo. Si sta dimostrando l’uomo decisivo nel testa a testa con la sua ultima ex squadra, perchè è lui che, come suo solito, imposta le geometrie e detta i passaggi. Con il suo nuovo regista, la capolista non ha più il centrocampo muscolare come si era visto con Ranieri (con Poulsen e Mohammed Sissoko) e Del Neri (Aquilani e Melo) ma punta, invece, sulla qualità tecnica e sul possesso palla.

MARCHISIO: Giocando sempre al centro del campo con continuità, questo ragazzo, con i suoi centri, ha regalato alla squadra punti molto importanti. Come se non bastasse, è il vicecapocannoniere della formazione, dietro al solo Matri (10 segnature). Insomma, ha fatto meglio, fin qui, di tutti gli altri attaccanti. Il suo allenatore, a fine campionato, consegnerà a Prandelli due giocatori in forma che potrebbero fare la differenza ai prossimi Europei.

ARTURO VIDAL: Il sudamericano si trova 2 posizioni sotto Il Principino (Marchisio), sopra c’è Vucinic (7). Pur non avendo la tecnica dei suoi compagni di reparto, sa però sia recuperare una quantità a dir poco industriale di palloni, sia inserirsi in zona gol, e con i tempi giusti. Non ha neanche 25 anni, davanti ai microfoni parla ancora spagnolo, anche se capisce l’italiano. La sua crescita è confermata dal fatto che si sta adeguando al metro di giudizio degli arbitri italiani.

IL PARAGONE CON I ROSSONERI: l’analisi serve a far capire una cosa molto chiara: la linea mediana, fino a questo punto, ha reso evidenti le differenze tra le contendenti per lo Scudetto. Van Bommel è ordinato, ma più un incontrista che regista, oltre che ultratrentenne, anche se molto esperto a livello europeo. Muntari e l’ex Nocerino sono più giovani dell’olandese, ma 2 mediani.
L’unico che aggredisce gli spazi è Kevin Prince Boateng (fermo una settimana si e una no ai box) e senza il ghanese l’undici di Allegri non ha nè le geometrie nè il ritmo di gioco paragonabili a quelle degli avversari. Avversari che ora sono a 360 minuti, più recuperi, dal trionfo finale.

Redazione
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