74 tifosi morti e 200 feriti: è questo il “bollettino di guerra” pubblicato dal Ministro della Salute al termine della partita tra Al-Masry e Al-Ahly tenutasi a Port Said, valida per la Premier League, il massimo campionato egiziano. Al termine dell’incontro che ha visto prevalere l’Al-Masry per 3 a 1, i tifosi casalinghi si sono riversati in massa all’interno del rettangolo di gioco, per cercare lo scontro con la tifoseria rivale.
I funzionari addetti alla pubblica sicurezza, secondo i cronisti locali, sarebbero stato un numero troppo esiguo per poter sedare una vera e propria “battaglia” di queste dimensioni, tanto da essere stati colpiti da numerosi oggetti tra cui pietre e bottiglie. I giocatori e tutti i membri dello staff hanno cercato rifugio negli spogliatoi, ma non a tutti è andata bene. “Mi hanno preso a calci e pugni e poi sono finito in una stanza. So che alcuni dei nostri tifosi sono entrati negli spogliatoi e che i miei giocatori stanno bene, io non sono riuscito a raggiungerli” sono le parole dell’allenatore dell’Al-Ahly, il portoghese Manuel Josè. Un racconto shock che non può passare inosservato, ma anzi deve servire alle autorità giudiziarie per fare chiarezza sulla vicenda.
Intanto il giorno dopo questa inaspettata tragedia, arrivano le dimissioni del presidente dell’Al-Masry, oltre ad altre dichiarazioni dei protoganisti di questa brutta pagina di sport. “C’era gente che moriva di fronte a noi – ha dichiarato Sharif Ikrami, portiere della squadra aggredita – abbiamo tutti preso la decisione che non giocheremo più a calcio. Come potremmo farlo dopo che 70 persone sono morte? Non posso neppure pensarlo“.
E’ stata convocata in seduta straordinaria – per la prima volta in 40 anni – l’Assemblea del Popolo egiziana, la quale ha osservato un minuto di silenzio per le vittime di questa strage, il cui bilancio è ovviamente ancora non definitivo.
Ma non finisce qui, perchè secondo alcuni testimoni molti tifosi sarebbero morti accoltellati e strangolati, dopo essere rimasti intrappolati in un corridoio stretto e lungo le cui porte d’uscita erano chiuse, mentre cercavano di scappare dalla furia dei tifosi avversari armati di pietre, coltelli e mazze.
Il premier egiziano Kamal el Ganzuri ha deciso di rimuovere dall’incarico il presidente e il Consiglio della Federazione calcio ed ha deciso di sottoporli ad inchiesta, colpevoli secondo lui di non aver fatto il possibile per prevenire questa situazione.
Una cosa è certa però: serve fare chiarezza e cercare di capire chi ha sbagliato e perchè, non possono morire 74 vite per una semplice rivalità tra tifoserie.